#Diario del Professore

#4 buoni motivi per usare il cellulare in classe

22 marzo 2017

Cellulare a scuola: come usare il cellulare in classe

Come si chiamava quel Ministro? Fioroni, vero? Era stato lui a lanciare la Crociata contra cellulares: la dichiarazione di guerra ufficiale contro quei cosi malefici che stavano solo iniziando ad imperversare fra i polpastrelli dei nostri ragazzi, e che oggi ormai ne sono appendice quasi naturale, inscindibile, azzardati a levarmelo e scatta la violenza! A scuola non si potevano portare, o perlomeno accendere. Subito le mamme preoccupate: “E noi come faremo se il nostro piccolo si fa male?” Eh certo, perché mandare i figli a scuola è lo stesso che mandarli in trincea, ogni minuto potrebbe essere quello fatale! E poi, soprattutto: come diavolo facevamo solo vent'anni fa? In ogni caso: guerra. Così è ancora oggi in molte scuole, dove dalla Dirigenza piovono circolari che vietano l'uso dei cellulari in classe o che obbligano a consegnarli all'insegnante che li metterà in un'apposita scatola all'inizio delle lezioni. Il rischio è lapalissiano: la distrazione, in primis, e poi l'uso scorretto in secundis, con i ben noti casi di ragazzi che fotografano o filmano compagni a loro insaputa e così si trastullano con reati penalmente perseguibili come violazione della privacy e cyberbullismo. Bene. Ma i telefonini, come tutti le tecniche regalateci dal buon Prometeo, l'amico degli uomini, possono essere usati bene o male.cellulare a scuola

Uso del cellulare a scuola: i pro

Vediamo ora quali potrebbero essere i vantaggi dell'uso del cellulare nella didattica, e perché, una volta che saremo riusciti ad educare i nostri ragazzi a usarli con consapevolezza (almeno entro le mura scolastiche) ci si potrà avvalere dell'importante contributo di questi strumenti anche per imparare meglio e di più.
  1. La fotocamera: io personalmente li ho fatti usare per creare un fotoromanzo basato sui Promessi sposi, per fare dei brevi video di spiegazione condivisibili, e li uso spessissimo ogniqualvolta mi ritrovo nella condizione di dover condividere coi ragazzi un articolo di giornale che non c'è sul web, una foto che c'è magari solo su un libro, una carta geografica di un atlante. Insomma: le possibilità sono infinite!
  2.  Le app. Ragazzi, è inutile che facciamo finta che non esistano, ma è pieno di app utilissime per il nostro lavoro: da edmodo a tutte le app cruciverba, da impara l'italiano a impara l'inglese, da world book a timeline a moltissime altre
  3.  Le pagine facebook: il social inventato da Mark Zuckerberg è pieno di robaccia, lo sappiamo tutti, ma dentro ci possiamo trovare anche un sacco di pagine che sono oggettivamente una figata: Le fotografie che hanno fatto la storia per studiare la storia attraverso le immagini famose, Didatticarte per imparare a dare maggiore consapevolezza all'esperienza estetica, Tutta colpa delle parole per assaggiare le grandi pagine della letteratura e le citazioni da grandi film e canzoni, ma anche la mitica Se i social network fossero sempre esistiti, per imparare a ridere un po' insieme ai grandi classici. Ma ce ne sono tantissime!
  4.  I social in generale. Beh, i gruppi WhatsApp di classe già li usano tutti (chi bene, chi male). La cosa bella è che su Facebook e altri social è possibile creare pagine o gruppi chiusi in cui condividere lavori e discussioni, e mi stupisce come questa miniera di possibilità venga così poco sfruttata.
Uno dei motivi per cui li temiamo così tanto, diciamocelo fuori ai denti, è perché una buona fetta di noi insegnanti non ha ancora un'idea chiara di cosa siano, di come funzionino, delle cose che ci si possono fare e non fare. Sono fermamente convinto che il giorno in cui noi “grandi” li sapremo usare bene come loro, finirà anche tutta questa diffidenza verso un mezzo che potrebbe rivelarsi prezioso anche dentro la classe.   (Foto courtesy of 20th Century Fox)
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