#Diario del Professore

e Mettiamole Queste Note di Merito!

27 aprile 2016
Così, da un veloce sondaggio tra colleghi, è emerso che pochissimi usano mettere le note di merito. E, in ogni caso, quasi mai personali: sempre rivolte a tutta la classe, e sempre sul registro. Alla fine è un po' come se la prendessero tutti, e quindi in definitiva nessuno. Viceversa, le note per demeriti (soprattutto disciplinari) imperversano nei libretti personali dei nostri studenti: “Oggi vostro figlio ha disturbato, non è stato attento, ha lanciato l'astuccio, cantava Fedez mentre io spiegavo”, eccetera. Beh, io credo che questa cosa dovrebbe cambiare. E sapete perché? Perché in dieci anni di espèerienza ho imparato questo: che i ragazzi sono come i cani. No, non in senso brutto. Meglio se mi spiego eh? Chiedetelo a qualsiasi addestratore di cani: la prima regola per far sì che un cucciolo impari è “Insegna coi premi, non con le punizioni”. In pratica lui impara molto prima a non fare la pipì sul tappeto, se quando la fa fuori in giardino gli dai un pezzettino di carne secca, piuttosto che se quando la fa sul tappeto ti arrabbi con lui e gli parli in modo minaccioso. La stessa cosa coi ragazzi, in particolar modo con quelli di elementari e medie. Se quando hanno fatto uno sforzo in più per restare concentrati, quando hanno aiutato un compagno in difficoltà, quando sono stati buoni senza disturbare per un'ora, dai loro un premio, anche piccolo, funzionerà dieci volte meglio! Ora: non sto naturalmente dicendo che bisogna rifilare note di merito a tutti, anche al ragazzo che ti ha fatto il regalo di tirare fuori astuccio e quaderno, della serie “Ooooooh ma che bravo! Hai tirato fuori astuccio e quaderno! Nota di merito!”. Dico che però capita spessissimo che i nostri ragazzi facciano sforzi evidenti per migliorare sé stessi, diano prova di aver voglia di fare, si impegnino cercando di fare il famoso miglio in più: e noi, quasi sempre, ci limitiamo a un “Bravo” o a un “Bene”, pacca sulla spalla – che aiuta, chi dice di no – ma che non resta nero su bianco, non lascia il segno. “Eh, ma hanno fatto solo il loro dovere!”, qualcuno dice. In certi casi è vero. Ma credo che un bravo insegnante sappia riconoscere quando c'è un vero sforzo, quando quello studente ha fatto qualcosa di speciale rispetto al solito. Invece, quando fanno qualcosa che non va, siamo spesso subito pronti a prendere penna e libretto e a scrivere note che faranno dire ai loro genitori “Niente telefono per una settimana!” o “Il calcio te lo scordi fino a fine mese!”. Credo dovremmo smetterla con la scuola solo delle punizioni. Credo che sì, i bei voti siano già un bel premio, ma che i ragazzi più piccoli spesso abbiano bisogno di altro, per sentirsi gratificati. E credo che dovremmo ricordarci più spesso di quanto era importante, quando noi avevamo la loro età, che quando facevamo qualcosa di buono qualcuno fosse lì e ci facesse capire di averlo apprezzato.
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