#Diario del Professore

Educhiamo i nostri figli alla diversità

28 novembre 2016

Una delle cose che succede più spesso, ormai, è questa.

Sei in una classe con un ragazzo a cui è stato diagnosticato un qualche disturbo dell'apprendimento. Per capirci: un dislessico.

Hai, insieme all'insegnante di sostegno, stabilito quali possono essere le misure dispensative e compensative più adatte al suo caso. Di solito: una calcolatrice, l'uso del PC per leggere e scrivere, dei formulari.

E lì, ogni volta, ogni santa volta, la pioggia di domande: ma perché a lui sì e io no? Perché lui lo aiutate? Anch'io voglio l'aiuto, non è giusto!

Allora prendi e spieghi loro la vecchia storia: trovereste ingiusto dare gli occhiali a un ragazzo che non ci vede bene? Sentireste che vi è stato fatto un torto, a darli a lui e non a voi?

Che poi lo devi fare con tutto il tatto possibile, che è niente che fai sentire lui, il ragazzo dislessico, una specie di appestato.

Allora la mia domanda è: perché?

Perché non educhiamo i nostri figli alla diversità fin da quando sono piccoli? Perché devono arrivare in prima media e non avere neanche la più pallida idea che esistano ragazzi diversi da loro, con bisogni diversi dai loro? Perché devono subito gridare allo scandalo, all'ingiustizia, se un loro compagno riceve degli “aiuti”?

Perché devo perdere così tanto tempo e rischiare di far star davvero male qualcuno, a spiegare che non c'è niente di strano a dare una calcolatrice a un ragazzo dislessico?

Perché non la smettiamo di cercare sempre il torto, la fregatura, il sopruso, la scuola che come tutte le istituzioni fa dei favori ad alcuni e svantaggia gli altri? Perché dei bambini di undici anni devono venire in classe già col sospetto che vogliamo fregarli, che preferiamo gli altri?

E infine, soprattutto: perché non diciamo subito loro, fin da quando sono piccoli, che non c'è niente di male o di sbagliato nella disabilità o nella dislessia, che quei bambini che non riescono a fare certe cose poi sono in realtà capacissimi di farne altre, che ognuno di noi ha i suoi talenti, le sue specialità, i suoi difetti.

Non so di chi sia la colpa, se più dei genitori o della scuola, o se di entrambi in egual misura.

Ma basta, per favore, basta.

Educhiamo i nostri figli alla diversità.

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