#Diario del Professore

I pensieri di uno studente l'ultima settimana di scuola

27 maggio 2016

Improvvisamente, volato più che una rondine verso i Paesi caldi, maggio come è venuto se ne va: mentre gennaio infatti coi suoi geli e le sue notti lunghissime ha una durata percepita di circa cinque mesi, maggio è il mese più veloce a passare, soprattutto perché è anche quello dove ogni studente, pieno di pensieri, si affaccia alla dura realtà dei propri buchi in pagella e cerca in ogni modo di rimediarvi.

Essendo però legge universalmente riconosciuta che la sfiga ha una vista molto migliore della cieca fortuna, è proprio quando lo studente ha bisogno di più tempo, che il tempo inizia a correre inesorabile. Per cui, sul finire del mese (climaticamente) più bello e (scolasticamente) più orribile, ecco che nella sua mente iniziano ad albergare pensieri nefasti, immagini orrorifiche, sentimenti di angoscia insopprimibile.

Qui di seguito una lista dei pensieri, rigorosamente in successione cronologica dall'inizio del pomeriggio in poi, di (quasi) ogni studente durante queste giornate così difficili:

Ore 14:00 - “Lo so, fa caldo, ma è tutto l'anno che cazzeggio, devo mettermi subito a studiare per recuperare le dodici materie che devo recuperare!”

Ore 14:01 - “Ok, forse per dieci minuti posso fare un pisolino, così poi il cervello lavora meglio. Metto anche la sveglia”

Ore 17:28 - “Porca. Di quella. Vacca. Lurida. Schifosa”

Ore 17:30 - “Ok, ho buttato via solo tre ore e mezza in fondo, posso sempre studiare stanotte, che tanto ho dormito prima: mi verrà sicuramente sonno più tardi”

Ore 17:31 - “Magari prima un bel caffè doppio”

Ore 17:40 - “Accidenti, 120 pagine per domani! Sono spacciato!

Ore 17:41 - “Vabbè questo lo so... questo mi pare che non lo chieda... questo è facile lo studio in dieci minuti...”

Ore 17:42 - “Non ho nessuna possibilità di farcela. Sono morto”

Ore 17:43 - “Ok, devo provarci lo stesso. Che la forza sia con me!

Ore 17:44 - “Non ce la farò mai”

Ore 17:45 - “Ce la posso fare”

Ore 17:46 - “Non ce la farò mai”

Ore 17:47 - “Ce la posso fare!”

Ore 17:48 - “Non ce la farò mai”

Ore 17:49 - “Ce la posso fare!”

Ore 17:50 - “Non ce la farò mai”

Ore 17:51 - “Ce la posso fare!”

Ore 18:00 - “Che fame! Dai, è mezzora che studio, uno spuntino ci sta!”

Ore 18:11 - “Davvero sono riuscito da solo a finirmi un barattolo di Nutella?”

Ore 18:12 - “Dai, torno a studiare!”

Ore 18:13 - “Ma tanto domani non ci sono già i volontari? Io me ne vado in piazza, c'è ancora il sole!

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