#Diario del Professore

I Prof. fanno differenze?

12 aprile 2016
Me lo scrivono praticamente tutti, quando mi parlano dei problemi che hanno coi loro prof. Di solito la sequenza è: 1) non riescono a farmi interessare alle loro materie 2) sembra sempre che non gli piaccia il loro lavoro e 3) e poi, fanno sempre differenze! Bel problema, quello delle differenze. Proviamo a vedere che cosa c'è di vero e che cosa no. Credo sia importante spiegare a tutti gli studenti del globo una cosa, anche se può sembrare un po' strana: noi prof siamo degli esseri umani, come tutti gli altri. Sì, lo so che a volte ci scambiate per alieni provenienti da un'altra galassia: ma siamo esattamente come voi, solo un po' più vecchi. Ecco, siccome siamo umani, anche noi abbiamo quella cosa, quell'istinto, che ci fa essere le persone simpatiche o antipatiche in base alle impressioni che abbiamo di loro. Come tutti. Impressioni che non sono mai definitive, eh? A volte qualcuno che ti diventerà simpaticissimo all'inizio ti sembra insopportabile, e viceversa. A questo punto credo esistano quattro tipi di insegnanti. #1 L'insegnante che lo sa, che riconosce le proprie impressioni, e cerca di limitarle il più possibile #2 L'insegnante che lo sa e che se ne frega, continua a fare differenze tranquillamente e lo dà pure a vedere senza problemi #3 L'insegnante che non si accorge di fare differenze, e che quindi continua inconsapevolmente a farle #4 L'insegnante che è talmente bravo da non farle e da essere equo con tutti Secondo me la maggior parte di noi fa parte della tipologia #1: motivo per cui spesso sì, facciamo differenze, ma siamo anche abbastanza intelligenti da fare in modo che non siano così evidenti. Poi, certo, esistono anche le tipologie #2 e #3: io da studente ho visto qualcuno dei miei prof farne parte. E posso dire che con tutta franchezza che non c'è niente di più odioso di un prof che fa preferenze e che non si preoccupa nemmeno che sia troppo evidente. Una cosa però chiederei agli studenti: abbiate un po' di pazienza, aspettate un attimo, prima di autoconvincervi che ce l'abbiamo con voi e solo con voi e che vi odiamo e che lo scopo della nostra vita è vedervi soffrire. Perché spesso succede che voi credete che noi proviamo antipatia verso di voi, poi di conseguenza ci mettete un bel muro davanti, iniziate a risponderci male, e allora lì sì scatta un po' di astio reciproco. Ma è solo successo un casino, uno stupido malinteso! Per il resto, un consiglio ai miei colleghi più coraggiosi: domani mattina, quando entrate in classe, tentate questo esperimento. All'appello, chiedete loro “Secondo voi, io faccio differenze?”. La risposta che arriverà, qualsiasi essa sia, vi aiuterà a migliorare voi stessi e il vostro rapporto con loro. O farà scatenare una bella rissa.
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