#Diario del Professore

La Lettera di un Sedicenne che TUTTI i Prof Dovrebbero Leggere

27 giugno 2016
Carissimo professore... Chiedo scusa in anticipo per il disturbo, ma sento un irrefrenabile bisogno di sfogarmi con lei. Io sono solo un ragazzo di sedici anni veramente stufo della scuola. Anzi, rettifico, non ho nulla contro la scuola, sono stufo del sistema. Sono un ragazzo che ama imparare. Fin da piccolo ho manifestato un precoce interesse alla cultura, all'arte, a cercare di capire come funziona il mondo che mi circonda, a "uscire" dagli schemi e i limiti imposti naturalmente ad un bambino. Crescendo, questo bisogno di imparare e capire mi ha sempre accompagnato. Mi ritengo un ragazzo intelligente proprio perché ho imparato a guardare oltre, a non soffermarmi su ciò che mi insegna la scuola ma ad approfondire le mie conoscenze e ad imparare a pensare da solo. La scuola, per come la vedo io, ci impone tanti, troppo limiti che non fanno altro che intralciare i ragazzi. Frequentavo il liceo scientifico ma, a causa della mia cattiva abitudine di imparare solamente ciò che ritenevo utile per me stesso, ho deciso di ritirarmi e provare ad affrontare una scuola diversa. La mia scuola era tutto ciò che andava contro i miei principi, però mi ha insegnato molte cose... Il mio professore di latino mi ha fatto capire che leggere i libri di Freud per pura passione durante l'intervallo è scorretto, addirittura punibile con una nota... costringere gli alunni a imparare a memoria 400 paradigmi in tre giorni era cosa buona e giusta invece. La mia professoressa di italiano mi ha insegnato quanto sia inutile provare a trasmettere le proprie conoscenze e a scambiare opinioni diverse dalle sue con i compagni, nel palese intento di indottrinare con pensieri e ideologie che molti alunni non conoscevano minimamente e venivano "influenzati". La mia professoressa di matematica mi ha insegnato il valore dello stress e come distruggere psicologicamente dei poveri ragazzi di quindici anni. Il professore di storia, invece, ha sempre costretto a imparare a memoria le date di una guerra, ma non ha mai provato a spiegare perché l'uomo trovasse conforto nei conflitti, ritenendo quasi una eresia tale domanda. Tre professori, invece, erano diversi. Il primo, insegnante di fisica, in classe parlava proprio come lei caro professore, riteneva ingiusto e inappropriato il sistema scolastico, era una sorta di "predicatore" rivoluzionario, ma mai le sue splendide idee e proposte sono state accolte. Gli altri, un'insegnante di fisica e uno di religione, mi hanno trasmesso il valore dello stare insieme e dell'aiutarsi reciprocamente. Purtroppo questi professori venivano solo ritenuti degli illusi. Io, però, non mi sono mai stancato di credere nella mia preparazione scolastica e la chiamo "mia" preparazione, perché sono convinto che l'intelligenza di ogni individuo sia diversa ma splendida allo stesso modo e così ognuno dovrebbe essere libero di esprimerla e arricchirla a piacere. Comunque, caro professore, non ho smesso di leggere i libri di Freud all'intervallo, non ho mai smesso di chiedere il motivo delle guerre e non ho mai smesso di non farmi indottrinare da idee che non mi appartengono. Ho solamente imparato a indossare una sorta di "uniforme" scolastica da utilizzare mentre ero seduto tra i banchi di scuola e da gettare una volta uscito, per rientrare nel mio mondo, quello in cui io decido cosa imparare e in cui posso provare a farmi delle domande senza essere giudicato da qualcuno che siede dietro una cattedra. Io mi chiedo, caro professore, perché un ragazzo non può essere libero di imparare? Perché vedo così tanti ragazzi privati della propria creatività ? Perché un sistema così grande e importante come la scuola non investe su noi poveri ragazzi? Perché lo stato non investe su una migliore istruzione? Perché, forse, non ci si rende conto che l'istruzione è alla base di tutto. Vorrei solamente un sistema scolastico più pulito, più umano. Vorrei solo che i professori in certe occasioni sappiano essere umili. Vorrei solo che i ragazzi possano scegliere cosa rientra nei propri interessi, senza essere costretti a imparare cose che ahimè saranno inutili, poiché se non c'è interesse non c'è impegno. Vorrei solo essere felice della mia scuola, svegliandomi la mattina con la consapevolezza di imparare cose che mi intrigano e di approfondire i miei dubbi. Ma tutto ciò non è possibile e purtroppo, dopo questo sogno, devo tornare alla realtà e scoraggiarmi nel pensare all'ignoranza del sistema a cui i cervelli di noi poveri ragazzi sono stati affidati. Comunque, mentre Freud accompagnava i miei intervalli, il professore mi rimproverava, eppure mi veniva da sorridere, perché mi ero reso conto di quanto siano i professori stessi ad avere molto da imparare. Caro professore, la ringrazio di cuore e mi scuso per il tempo che le ho rubato.
PAGA CON

Ciao, benvenuto su ScuolaZoo! Come possiamo aiutarti?

ScuolaZoo