#Diario del Professore

Perché il bianchetto è opera del demonio

28 ottobre 2016

È un'epifania, un'apparizione, un'intuizione mistica: d'un tratto li osservo, dalla cattedra, e mi rendo conto che c'è un oggetto che tutti, ma proprio tutti, hanno lì sul banco, a portata di mano. No, non la penna, o la matita, o il righello. È lui: il bianchetto.

Altro che tablet e smartphone: è lui che ha cambiato, e per sempre, la vita degli studenti. Ce l'hanno sempre in mano: è una cosa strabiliante. Con la destra scrivono, e nella sinistra tengono quel coso.

Lo stappano ogni 5 secondi e lo spremono, sprigionando quell'odore potentissimo, che se chiudi gli occhi ti scordi di essere in una classe e ti viene da chiederti dove l'imbianchino sta ritinteggiando le pareti. E su certi loro quaderni sembra che sia stato rovesciato addosso un barile industriale di bianco. Orribile.

Sbagliano una lettera: bianchetto. Tirano una linea un po' storta: bianchetto. Fanno tutto giusto, zero errori, però trovano qualcosa che secondo loro non va bene e, lo stesso: giù di bianchetto.

Certo, non c'è niente di male: magari lo fanno perché così il quaderno è più ordinato, non ci sono segnacci, correzioni, sgorbi.

Però il punto è che continui a sbagliare all'infinito se pensi «tanto c'è il bianchetto». Non impari niente dai tuoi errori. E in ogni caso, l'errore, col bianchetto, non è scomparso: è sempre lì sotto. Fa solo finta di non esserci. È un trucco, apparenza, bella facciata. Senza contare che gli errori degli altri, quando li vedi, ti sembrano sempre molto più orribili di ciò che sono, perché sei ormai abituato a vedere tutto preciso e perfetto. Anche se per finta.

Potrei non dire niente, lasciarli fare, lasciarglielo usare: ma il punto è che là fuori, quando usciranno di qui, non ci sarà il bianchetto. Non solo "quando saranno grandi": oggi stesso, dopo l'ultima campanella, quando la scuola finirà. A casa, con gli amici, a lezione di nuoto, gli capiterà di sbagliare, magari di farla grossa e di non riuscire a capire come mai le cose non si possono aggiustare, come mai l'errore non si può sbiancare. Odieranno chi gli ha fatto pensare che gli errori sono cose che non bisogna vedere. Chi gli ha fatto credere che si potessero cancellare.

Per cui ho preso una decisione di quelle toste, dure, senza se e senza ma, e gliel'ho fatto giurare solennemente: da domani niente bianchetto. Mai più.

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