#Diario del Professore

Perché molti studenti copiano?

19 maggio 2016

Molti studenti copiano durante i compiti in classe.

Ok, mi rendo conto che quello che ho appena detto debba suonare un po’ come “Molti cani abbaiano” o “Molti fan di Enrico Papi non stanno messi benissimo”.

La domanda è un’altra: perché? No, non perché esistano fan di Enrico Papi, ma: perché molti studenti sono così propensi a copiare, farsi passare i compiti, in definitiva imbrogliare pur di prendere un bel voto (ma più spesso una sufficienza?)

La prima cosa da fare per rispondere a una domanda come questa è: via le ipocrisie. Sì sì, proprio via. E quindi è bene partire col piede giusto e ammettere: anch’io ho copiato. Un sacco di volte anche, nella mia vita di studente. Ne vado fiero? No. Mi sento terribilmente in colpa per questo? Nemmeno. Spesso l’ho fatto perché semplicemente sentivo di non avere scelta: anche studiando, anche impegnandomi, in certe materie (tipo trigonometria) non ne venivo fuori.

Bene. Da uno studio approfondito del fenomeno copiare ho appreso che esistono, dal punto di vista del ctrl+c, 3 gruppi di studenti:

A) Quelli che non copiano mai. Lo fanno principalmente per rigore morale, perché trovano il copiare disdicevole: curiosamente quasi sempre corrispondono anche a quelli che non avrebbero nemmeno bisogno di farlo, perché sono sempre andati molto bene.

B) Quelli che copiano ogni volta che ci riescono. Dei piccoli geni in questo: se anche solo il 10% della massa cerebrale utilizzata per escogitare espedienti copiativi fosse messa a disposizione dello studio, costoro potrebbero tranquillamente ambire a un premio Nobel qualsiasi.

C) Quelli che copiano solo ogni tanto, quando proprio la necessità chiama e non sanno dove sbattere la testa.

Ora, lo dico chiaro e tondo: per me, quando uno studente ritiene che la soluzione migliore sia copiare, il vero grande fallimento è del professore.

Uno studente copia per tre motivi: 1) è sicuro che senza l’aiuto del bigliettino non sarebbe in grado di farcela; 2) non ha capito niente dell’argomento oggetto del compito; 3) non aveva nessunissima voglia di studiare.

In tutti e tre i casi il vero colpevole – quasi sempre eh, che poi ci sono anche i fancazzisti nati, che anche se avessero Alberto Angela come prof di storia non aprirebbero libro manco a pagarli – secondo me è l’insegnante, perché nel caso 1) ha tirato su uno studente con la fiducia in sé stesso più sotto terra della Fossa delle Marianne, nel caso 2) è andato dritto per la sua strada quando aveva davanti studenti che lo guardavano come parlasse aramaico antico e, nel caso 3) non ha saputo far venire voglia di studiare la propria materia ai suoi studenti.

Adesso so già che interi eserciti di colleghi mi diranno su di ogni, accusandomi di difendere troppo gli studenti, dicendo che quei pochi fancazzisti sono in realtà la maggioranza, che i ragazzi spesso sono dei delinquenti altroché angioletti da difendere. Obiezioni giuste, chi dice di no. Ma ripeto: riguardano solo una minoranza.

La maggioranza dei ragazzi vorrebbe poter essere come quegli studenti che non copiano mai, credete a me. Vorrebbe arrivare al giorno del compito senza pensare che il voto corrisponderà a una sentenza definitiva su di loro o sulla loro capacità di combinare qualcosa di buono nella vita.

E credetemi: ci sono situazioni in cui i ragazzi sono portati a pensare idiozie come questa, quando devono scegliere se copiare o no.

E, quando succede, forse dovremmo essere noi insegnanti a doverci mettere un po’ in discussione.

PAGA CON

Ciao, benvenuto su ScuolaZoo! Come possiamo aiutarti?

ScuolaZoo