#Diario del Professore

Usato così, il voto di condotta non serviva a niente

6 dicembre 2017
La domanda che ci si deve fare è: è servito, fino adesso, mettere il voto in condotta? Che effetti ha ottenuto, specie con quei ragazzi che a scuola non rispettano le regole? La mia risposta, assolutamente personale e priva di qualsiasi pretesa di definitività è: poco. È servito a poco. E sapete perché? Perché è praticamente impossibile dare il 5 in condotta, che fino a ieri era condizione sufficiente a far bocciare un alunno. Già dare il 6 è difficilissimo, devi avere a che fare con un ragazzo che già a undici anni ha alle spalle reati e crimini contro l'umanità. Ma il 5: il 5 non mi è mai capitato di darlo, essendo una scelta di consiglio non si è mai arrivati a tanto, anche con ragazzi che onestamente se lo meritavano. Forse il mio caso è particolare, forse in altre scuole e altri insegnanti il 5 in condotta lo danno: ma nelle sette scuole in cui mi è capitato di insegnare io non l'ho visto dare mai. A cosa serve uno strumento se non lo usi? A niente. E fino adesso – ripeto: è pura opinione personale – il voto di condotta è stato uno strumento lasciato chiuso in un cassetto. Anche i ragazzi che a scuola non si comportano bene: di solito si beccano il 7, che è visto come una gran cosa, quando lo scrivi sulla pagella sono tutti lì che dicono “Eh sì, è pesante, ma se l'è meritato!”. Già, peccato che per quei ragazzi, che nella stragrande maggioranza dei casi hanno voti più bassi di 7, il 7 in condotta è un voto che alza la media. Usato così, sinceramente, non serve a molto. Lancia solo timidi messaggi, per cui chi ha 7 o 8 è come si sentisse dire: ehi ehi, guarda che ti sei comportato maluccio ultimamente, vedi di fare qualcosina in più! Ma il voto di condotta non ha questo scopo, a mio avviso: serve a dire ai ragazzi che il rispetto delle regole, il rispetto del prossimo, il rispetto per sé stessi, non sono vuote parole, ma parte importante della vita scolastica, e che se questo rispetto viene a mancare è giusto pagarne le conseguenze. E non devono essere conseguenze da poco. Invece sapete che cosa gli diciamo, usandolo come lo abbiamo sempre usato finora? Che le conseguenze sì ci sono, ma lievi, appena percettibili. E una volta nel mondo di fuori, quello che accadrà è che metteranno in pratica ciò che hanno imparato a scuola: che a non rispettare le regole in qualche modo la si può passare liscia, senza troppe ripercussioni. Quindi sinceramente non credo cambierebbe  molto qualora si togliesse il voto in condotta, rubricandolo a mera considerazione a latere, giudizio che non fa media, come pare stia per accadere. Anzi, fino ad ora è stato peggio: era una minaccia che non veniva mai concretizzata, e non c'è nulla di più pericoloso per la propria credibilità che lanciare minacce e poi non avverarle, anche quando sarebbe stato sinceramente il caso di farlo. Per cui in definitiva fanno bene a togliercelo: perché tanto i primi a essere troppo indulgenti e a non usarlo come si deve, siamo sempre stati noi. (Foto: I Simpon - Courtesy of Twentieth Century Fox)
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