#Diario di una Studentessa all'Estero

A Londra è facile sentirsi piccoli, ma la letteratura è la miglior medicina

5 ottobre 2015

Ho già provato a scrivere questo episodio diverse volte e suppongo che questa confusione provenga dai pensieri di Stella, la protagonista del libro di letteratura in cui "vivo" per ora.

Come quasi ogni studentessa di lingua e letteratura inglese, la mia personalità è un mosaico di personaggi in cui ho trovato una piccola parte di me e spesso cerco la forza di andare avanti tra delle pagine ingiallite.

Ora più che mai mi rendo conto di come la letteratura possa essere una medicina. Qui a Londra è facile sentirsi piccoli, invisibili, in particolare quando si è inghiottiti dal mondo sotterraneo del "tube", quando tutti corrono e sussurrano "sorry" ripetutamente. Un libro riesce ancora a farmi sentire speciale.

Non sono qui da abbastanza tempo per dirvi quale sia la parte più difficile, ma al momento direi che sia proprio distinguersi. Sono circondata da miei coetanei in grado di parlare 4 lingue (se non di più), alcuni invece provengono dall'altra parte del pianeta, altri ancora hanno un'organizzazione impeccabile, mentre io continuo a perdermi all'interno del campus.

Eppure sono convinta che proprio queste riflessioni mi stiano aiutando a crescere e migliorare. "Non sottovalutarti, sei qui per un motivo" mi ha detto una persona che stimo parecchio ed è probabilmente arrivato il momento di seguire il suo consiglio.

L'ottimismo si potrebbe considerare come una delle tante e infinite chiavi per la felicità, quindi anche se domani continuerò a essere una ragazzina difficile da distinguere nell'immensa folla di Oxford Street, almeno camminerò sorridendo.

Dopotutto, sono qui per un motivo.

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