#Info studenti

A scuola niente benedizione: "Rispetto per le diverse religioni"

23 marzo 2015

A scuola niente benedizione: "Rispetto per le diverse religioni"

BOLOGNA – Nel suo piccolo ha assunto il carattere di una guerra santa lo scontro che si è animato negli ultimi giorni tra docenti, genitori e preti della città di Bologna. Il campo di battaglia è la benedizione pasquale da concedere a luoghi e personale di tre scuole della capoluogo emiliana, le primarie Carducci e Fortuzzi e la secondaria di primo grado Rolandino, autorizzata da una delibera del Consiglio di Istituto dello scorso 9 febbraio.

Questa decisione, votata a grande maggioranza all’interno del Consiglio, ha incontrato l’opposizione di una ristretta ma agguerrita minoranza retta da undici insegnanti e sette genitori, i quali hanno fatto fronte comune per relegare tale rito cattolico ad altro luogo che non fosse la scuola pubblica, intervenendo con un ricorso al TAR. Le motivazioni sono da ricondurre al fatto che "benedizioni e atti di culto di qualunque religione per loro essenza non costituiscono attività didattica o culturale e dunque non sono classificabili tra le attività scolastiche e neppure extrascolastiche" .

In effetti, subito dopo le prime proteste, il Consiglio aveva optato per celebrare le benedizioni fuori dall’orario scolastico, mantenendo e rispettando la libertà individuale di non parteciparvi. Tuttavia, neanche questa prima concessione è riuscita a placare gli animi in rivolta, perché, sempre stando alle dichiarazioni dei ricorsisti, "non ha importanza che la celebrazione sia non obbligatoria e prevista al di fuori dell’orario scolastico perché la partecipazione o meno a un atto di culto dentro i locali della scuola discrimina i componenti della comunità scolastica in merito alla partecipazione ad un’attività da questa deliberata in base alle proprie idee religiose" . In parole più semplici, la delibera del Consiglio d’Istituto non avrebbe rispettato le differenze religiose che convivono numerose nelle scuole, nonostante la volontarietà di adesione, né avrebbe osservato la totale laicità della scuola statale.

Ad ogni modo, nonostante il tenace tentativo di questa minoranza di imporsi sulla maggioranza quasi totale, le benedizioni  sono state fatte e prima del 26 marzo, giorno in cui il TAR è chiamato ad decidere sulla richiesta di sospensione della delibera. Sul caso si è espresso anche Don Raffaele Buono, commentando che "in uno stato di diritto è certamente legittimo impugnare una decisione che si ritiene ingiusta; è però segno di autentico amore per la democrazia rispettare l’autonomia di una scuola, in particolare quando il suo supremo organo di rappresentanza si esprime con una maggioranza schiacciante".

Adesso chiediamo a voi: che posizione prendereste nella vicenda di cui abbiamo parlato? È davvero discriminazione manifestare la propria religiosità nei modi descritti, ovvero mantenendo la libertà di adesione e senza imporsi in orario scolastico? Commentate o scrivete a infostudenti@scuolazoo.it!

Ti può interessare anche:

Papa Bergoglio: nelle scuole non servono computer, ma insegnanti.

Riccardo Gemma

PAGA CON

Ciao, benvenuto su ScuolaZoo! Come possiamo aiutarti?

ScuolaZoo