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Abbandono scolastico e NEET: la soluzione arriva dall'UE

13 febbraio 2014

Abbandono scolastico e NEET: la soluzione arriva dall'UECome tanti di voi già sanno, i NEET sono le persone più colpite dalla crisi dell'occupazione attuale; per chi invece non ha ancora sentito nominare questo termine in vita sua, i NEET (Not in Employment Education or Training) sono quelle persone di età compresa tra i 15 e i 29 anni che non lavorano, non studiano e non stanno frequentando alcun corso di formazione o preparazione professionale (leggi anche Neet: in Italia sempre più giovani non studiano e non lavorano). Questi disoccupati, in particolare, vivono una situazione critica in quanto, data la giovane età, non raccolgono alcuna esperienza lavorativa o formativa e tendono quindi ad essere sempre più emarginati dal mercato del lavoro.

Una recente analisi ha messo in correlazione l'appartenenza a questa categoria di persone con l'abbandono precoce degli studi, un altro fenomeno che è diventato un punto nevralgico nella sfida della ripresa del nostro sistema scolastico (leggi anche In Italia sempre più studenti abbandonano la scuola). Gli studi dimostrano che laddove si raggiungono i più alti tassi di abbandono scolastico, specialmente nelle regioni del Mezzogiorno, la popolazione dei NEET cresce a sua volta in modo preoccupante. Ciò non toglie naturalmente che il fenomeno interessi solo il Sud: alcune regioni del Nord, come la Valle d'Aosta, hanno una percentuale di abbandono scolastico ben maggiore della media italiana, già distante da quella UE, ma il mercato del lavoro più dinamico del Settentrione aiuta leggermente ad allievare questa criticità.

L'ultima mossa del Governo porterà sicuramente benefici: tra pochi giorni prenderà il via lo sfruttamento dei fondi derivati dal progetto Young Guarantee, il programma attuato dall'UE per agevolare i giovani sotto i 25 anni a riprendere un cammino che li riporti il prima possibile nel circolo del lavoro o dell'istruzione. L'Italia potrà quindi disporre di questi stanziamenti che, data la loro media entità, saranno comunque indirizzati con maggiore priorità a coloro che hanno dovuto abbandonare gli studi precocemente per seri motivi.

Voi cosa pensate di quanto detto? Credete che essere membri dell'UE può tradursi in questi casi in un reale vantaggio? Pensate che manovre del genere possano avvicinare i giovani italiani a risolvere il problema dell'occupazione? Fateci sapere la vostra opinione scrivendo all'indirizzo infostudenti@scuolazoo.it!

Riccardo di Scuolazoo - Infostudenti

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