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Addio alle lezioni in Italiano nelle Università

25 novembre 2014

Nei mesi scorsi molto si è discusso circa la possibilità di introdurre, all'interno degli Atenei italiani, corsi di laurea magistrale tenuti esclusivamente in lingua inglese: in seguito all'annuncio di Giovanni Azzone, rettore del Politecnico di Milano, di voler introdurre i corsi dottorali e magistrali solo in lingua straniera a partire dall'anno accademico 2014-15, una pioggia di critiche e contestazioni si è riversata sull'idea di sfruttare l'inglese come lingua veicolare dell'insegnamento universitario in Italia.

I primi a scagliarsi contro la proposta del rettore, oltre a molti docenti del Politecnico, sono stati i membri dell'Accademia della Crusca, i quali hanno deciso di intervenire in tale dibattito  "al fine di favorire una riflessione il più possibile articolata e approfondita intorno a una questione linguistica di grande attualità e complessità", spiega Nicoletta Maraschio, presidente dell'Istituto nazionale per lo studio e la salvaguardia della lingua italiana. "Il rischio della proposta di Azzone consiste nell'acuire la contrapposizione tra fautori e oppositori dell’anglicizzazione, tra chi cioè vede nella scelta dell’inglese come lingua veicolare dell’insegnamento il modo migliore, più semplice ed economico per i nostri atenei di aprirsi al mondo e chi invece difende ad oltranza la lingua italiana, appellandosi alla forza e all’autorevolezza della tradizione nazionale". La questione, dunque, si riduce a chiedersi se sia opportuno o meno adottare il monolinguismo inglese nei nostri corsi di laurea.

Ad accogliere l'iniziativa, invece, sono state molte altre università italiane: il problema dell'"anglicizzazione" dei corsi di laurea, infatti, non coinvolge solamente il prestigioso istituto milanese, ma si estende anche agli Atenei di Bologna, Roma e Torino, presso i quali, già da molti anni, è possibile seguire dei corsi di laurea sia triennale che magistrale interamente in lingua inglese. "Per quanto ne dicano i difensori a spada tratta della lingua italiana, è inutile negarlo: ci troviamo in una società in cui l'inglese è diventata la lingua internazionale per eccellenza; è necessario conoscerla e sfruttarla adegatamente sia in ambito lavorativo che in ambito scolastico", commenta Gabriella Alfieri, ordinaria di Storia della Lingua Italiana all'Università di Catania. "Il vero problema, però, non è l'università", aggiunge con una nota di sconforto, "ma l'istruzione primaria e secondaria: troppo poco curato l'insegnamento dell'inglese alle medie e al liceo. E a noi, in qualche modo, (purtroppo!) tocca rimediare".

Voi cosa ne pensate delle riunioni solo in inglese? Scrivetecelo sotto nei commenti!

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