Per chi non ne avesse mai sentito parlare, l'alternanza scuola-lavoro è uno strumento che si pone come ponte concreto tra il mondo della scuola e quello del lavoro: gli studenti delle scuole superiori sono obbligati a svolgere delle esperienze lavorative di tre settimane circa all'interno di aziende private, studi professionali, enti pubblici, associazioni non profit.
L'obiettivo alla base di questo grande progetto è quello di ridurre il gap tra il mondo delle scuola, sostanzialmente teorico e nozionistico, e quello del lavoro, in cui ci si lamenta sempre della mancanza di competenze ed esperienza, tra i due elementi più significativi nel determinare nell'incubo della disoccupazione giovanile.
Il Governo ha inoltre deciso di sostenere le aziende che promuovono l'alternanza attraverso l'introduzione di uno sgravio fiscale: se un'azienda assume a tempo indeterminato i ragazzi che sono stati formati "on the job" riceverà una decontribuzione pari a 36 mesi.
La differenza epocale rispetto al passato consiste nel fatto che se prima questi stage formativi erano soltanto una possibilità, adesso sono diventati un obbligo per tutti gli studenti delle terze, quarte e quinti delle scuola superiori - tutti gli istituti, quindi, non più soltanto le scuole tecniche e professionali. Il numero di studenti coinvolti è enorme rispetto allo scorso anno: si tratta di più di un milione di ragazzi che hanno tanta voglia di fare e di imparare.
Quello che si sta tentando di fare è di uscire dalla logica "prima studio e poi lavoro" per entrare in un nuovo paradigma nel quale accanto alle competenze di base - le nozioni teoriche - ci siano anche delle abilità spendibili e utili per il mercato del lavoro. La speranza è che questa prima esperienza sul campo possa essere davvero motivante e determinante per il futuro dei nostri giovani studenti.