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Attacchi di Parigi: a scuola sgomento, riflessioni e domande

17 novembre 2015
C'è un momento per il silenzio e un momento in cui la paura si fa voce, l'inquietudine si fa domanda e i pensieri si trasformano in riflessione. Avviene in tutti noi, avviene soprattutto nei luoghi d'incontro, dove ci si scambia pareri, ci si fa coraggio, ci si chiede "perché?", si commenta insieme l'accaduto e insieme lo si affronta. Avviene, in particolare, a scuola, luogo di confronto, crescita, dibattito per antonomasia; crocevia di menti giovani, vivaio di idee, spazio di sfogo e comprensione. Dopo gli attacchi di Parigi, quando il lunedì si è tornati in classe, è stato, come ci si aspettava, un rincorrersi di parole, opinioni, e tanti, tanti dubbi. Sì, perché nella testa di noi giovani rimbalzavano notizie e dichiarazioni, stati di Facebook e tweet, video e immagini, tutte mescolate in un groviglio di confusione condita a sgomento. Non è possibile, non ci credo, ma hai sentito?, ma perché?: le risposte sono arrivate piano piano, dai compagni, dai professori che, con dolce pazienza, hanno spiegato, raccontato e anche calmato gli animi. Alcune vittime avevano la nostra stessa età ed è forse questo che ha lasciato strascichi di paura evidenti e ha dato un colpo definitivo all'indifferenza e al silenzio che a volte, purtroppo, investe determinati eventi storici. No, questa volta a scuola si doveva parlare, si doveva scandagliare, si doveva soprattutto CAPIRE. E così è accaduto, a partire dall'incoraggiamento della circolare firmata da Stefania Giannini, ministro dell'istruzione, che ha invitato tutti, dai ragazzi agli insegnanti, dai professori ai ricercatori, a reagire. Reagire all'odio, alla violenza, alla banalità del male, reagire col diritto di sapere, uscire dall'indifferenza aprendo le porte, apprezzando e non disprezzando le diversità. Informarsi, studiare, conoscere perché solo così si può andare avanti, continuando a camminare per le strade del mondo senza avere paura.
Vi lasciamo con la circolare pubblicata sul sito del Ministero dell'istruzione:
 attacchi di parigi
Attacchi di Parigi, lunedì momento di riflessione

I gravissimi fatti di Parigi rappresentano un attacco al cuore dell'Europa senza precedenti. Un attacco al quale dobbiamo subito dare una riposta, innanzitutto educativa e culturale. ¿#PorteOuverte, Porta Aperta, è stata la parola d'ordine lanciata sui social network dai cittadini di Parigi subito dopo gli attacchi terroristici, per offrire un riparo a chi era in strada terrorizzato. Una reazione di grande civiltà e coraggio.

Porta Aperta deve essere anche la nostra risposta. Non possiamo restare indifferenti, paralizzati e chiuderci nelle nostre paure. Per questo, invito le scuole, le università, le istituzioni dell'Alta formazione artistica e musicale a dedicare, nella giornata di lunedì, un minuto di silenzio alle vittime della strage parigina e almeno un'ora alla riflessione sui fatti accaduti. Porte Aperte significa anche coinvolgere la cittadinanza, le famiglie.

Le nostre scuole, le nostre università, i nostri centri di ricerca sono il primo luogo dove l'orrore può essere sconfitto, a diversi livelli di consapevolezza, che resta l'antidoto più efficace di fronte alla violenza e a questa guerra senza frontiere e senza eserciti. I nostri ragazzi hanno il diritto di sapere, di conoscere la storia, di capire da dove nasce ciò che stiamo vivendo in queste ore. Il nostro patrimonio di valori può essere difeso solo se le nuove generazioni sono aiutate ad uscire dall'indifferenza. Non possiamo cambiare 'canale' davanti a queste immagini di morte. Dobbiamo parlarne con i nostri studenti e aiutarli a capire che c'è e ci potrà sempre essere un principio di ricostruzione della nostra identità in cui credere e riconoscersi. E dobbiamo aiutarli a rifiutare, oggi più che mai, qualsiasi tentazione xenofoba o razzista. È già successo tante volte nella storia, siamo figli e nipoti di persone che hanno dato la vita per affermarlo. L'educazione è il primo spazio in cui riaffermare i nostri valori, le nostre radici, quindi la nostra libertà. Grazie ragazzi, grazie insegnanti, professori e ricercatori per il vostro impegno e per la vostra testimonianza.

Firmato Stefania Giannini

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