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Bambina rifiuta il compito sulla guerra: "È una cosa brutta"

4 febbraio 2016

Porlezza (Como), Giornata della Memoria, la maestra di una scuola elementare, dopo aver affrontato il secondo conflitto mondiale e la Shoah ha assegnato il compito: "Disegna come immagini la guerra".

Non sono stati gli adulti a contestare le implicazione di una tale richiesta, ma una bambina di sette anni: la guerra è una cosa brutta, ha detto ai genitori una volta a casa e non poteva disegnarla perché la faceva stare troppo male.

Così Giada, questo il nome della piccola, ha invece consegnato un lavoro diverso, dove ha scritto il pensiero, "La guerra è una cosa molto brutta", e sotto un cuore con : "Dovete essere buoni", una margherita che esulta: "Viva la pace", e una stella che sottoscrive: "Hanno ragione".

I genitori sono molto fieri di questa presa di coscienza nonostante la tenera età e lo è stata anche la scuola che ha accolto calorosamente la proposta della bambina. La dirigente ha sostenuto che è successo qualcosa davvero importante, un esercizio di educazione civica grazie ad un esempio di disobbedienza civile positiva.

Questo è un esempio di come se i bambini vengono guidati e al contempo lasciati in parte autonomi possono davvero sorprenderci.

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