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Bullismo e scuola sicura: guardia antibulli sì o no? I pareri dei presidi

24 aprile 2018

Bullismo a scuola: i presidi sono a favore del progetto Scuola Sicura?

Dopo il caso eclatante di bullismo contro un docente a Lucca, diventato virale grazie alla diffusione di un video girato con lo smartphone da alcuni studenti, il Dottor Pasquale Borsellino, direttore del dipartimento Infanzia-Adolescenza dell’Ulss 2 Marca Trevigiana di Castelfranco Veneto, ha proposto l'introduzione di un addetto alla sicurezza nelle scuole superiori per contrastare il fenomeno del bullismo. L’ideatore del progetto chiamato Scuola Sicura, intervistato da noi di ScuolaZoo, ci aveva parlato di due o tre istituti interessati ad aderire all’iniziativa già dall’anno prossimo. Ne abbiamo trovato uno, l’Ipssar Maffioli (alberghiero) e abbiamo intervistato a proposito la preside Alessandra Fusaro. Tuttavia, c'è anche chi ha delle perplessità in merito all'introduzione di una guardia antibulli nelle scuole; per questo motivo, abbiamo intervistato anche Franco De Vincenzis, preside all’istituto Florence Nightingale di Castelfranco Veneto. E voi cosa ne pensate? Per saperne di più sul progetto Scuola Sicura e avere maggiori informazioni sul ruolo della guardia antibulli, leggete qui la nostra intervista al Dottor Pasquale Borsellino: guardia-antibulli-scuole

Guardia antibulli a scuola: l'intervista alla Preside Alessandra Fusaro, a favore dell'iniziativa

Noi di ScuolaZoo abbiamo deciso di capire se i presidi delle scuole superiori di Castelfranco Veneto sono a favore della guardia antibulli o meno. In questo modo, possiamo farci un'idea su quanto il progetto Scuola Sicura possa essere realizzabile a partire dal prossimo anno scolastico. Abbiamo intervistato Alessandra Fusaro, preside dell'Istituto Alberghiero Ipssar Maffioli, a favore dell'iniziativa. Ecco cosa ci ha detto. Il Dottor Borsellino ha detto che, se l’addetto alla sicurezza non verrà introdotto in tempi brevi, fra qualche anno si dovranno mettere le guardie armate a scuola. La situazione è davvero così drammatica? Il discorso è più ampio. Leggiamo tutti i fatti di cronaca e vediamo cosa avviene ai docenti in classe. Concordo con Borsellino quando dice che questi ragazzi sono cresciuti senza avere bene in mente cosa siano le regole. Come scrive Paolo Crepet (psichiatra e sociologo spesso ospite di trasmissioni televisive, ndr), il problema è che i genitori sono abituati a dire di sì ai propri figli e perciò i no della scuola vengono vissuti come un affronto. Non sto parlando solo di bullismo e cyberbullismo, la situazione della scuola è critica su più fronti: meno probabilmente al liceo, più nelle scuole professionali come la mia che accolgono quei ragazzi con magari un passato che, per così dire, non è del tutto candido. Non voglio dire che senza questa figura domani mattina non siamo in grado di gestire la vigilanza e garantire la sicurezza a scuola. Diciamo però che avere un addetto di questo tipo, un po’ come nei campus americani, non sarebbe male: potrebbe osservare l’ambiente, i vari scambi, la discesa dei ragazzi dal pullman fin dentro la scuola… insomma, i momenti in cui avvengono i vari passaggi. Con passaggi intende spaccio? Sì, non focalizzerei l’attenzione solo su bullismo o cyberbullismo. Secondo me, peraltro, in questo momento è il cyberbullismo a dover preoccupare. Mentre nella scuola media si menano ancora perché non hanno il cellulare, alle superiori a scuola non si menano più: la violenza è di tipo psicologico e va a minare l’identità digitale del ragazzo che di questi tempi ha forse più valore di quella reale. Questi comportamenti però avvengono soprattutto fuori da scuola e l’addetto alla sicurezza potrebbe fare ben poco per evitarli. Esatto, l’addetto alla sicurezza collaborerebbe con la scuola per vigilare in quei momenti in cui i docenti non riescono a vedere dappertutto, come durante la ricreazione. Avvertite questo problema perché ci sono stati casi di spaccio nella vostra scuola? Sì, tutte le scuole registrano casi del genere, poi i dirigenti dichiarano più o meno di averne avuti. Io non temo nel dire che effettivamente i ragazzi fanno uso di stupefacenti e qualche volta addirittura fuori da scuola, prima di entrare, e arrivano qui che sono già “a posto”. Quando ci sono i controlli, infatti, i cani segnalano che il tizio in qualche maniera ha maneggiato stupefacenti, ma su di lui poi non si trova la roba. Sono situazioni abbastanza diffuse fra i ragazzi e una persona esperta nel controllo forse, e dico forse, ci potrebbe aiutare. Noi come scuola siamo disponibili alla sperimentazione, il problema sono i costi. La scuola non ha i fondi per pagarsi un vigilantes, non siamo un campus americano. Certo, se lo Stato, gli sponsor o anche i comitati dei genitori volessero puntare sul progetto e finanziarlo, non sarebbe male. Quali poteri avrebbe questo addetto alla sicurezza? È una figura di controllo, non avrebbe alcun potere. Non potrebbe andare a perquisire gli zaini, se non su mandato dei genitori. Quindi, se lo assumessero i genitori e ci fosse una convenzione con la scuola, potrebbero essere i genitori stessi a fissare nel contratto mansioni e poteri. Di sicuro, il vigilante potrebbe controllare e sorvegliare le aree un po’ nascoste, come le zone alberate del nostro giardino. I docenti ci sono, ma non riescono a farsi ascoltare: i ragazzi sono in una fase – o forse è il periodo storico – in cui difficilmente danno retta all’autorità. Come una figura esterna, con meno confidenza con i ragazzi degli insegnanti, può impedire questi comportamenti? Ha centrato il punto, proprio perché ha meno confidenza con i ragazzi. Ma come potrebbe intervenire se non ha alcun potere? Dipende, avrebbe i poteri che gli riconosce il contratto con la scuola. Adesso dobbiamo studiare meglio il progetto, su due piedi non so dire di più. Pensi però ai campus americani dove ci sono le varie guardie… I campus americani, però, non mi sembrano un esempio di sicurezza da prendere a modello… No, parlo solo della figura del vigilantes, del ruolo che ha: se ferma un ragazzo lo porta in presidenza, poi chi ha potere è sempre la scuola. A me serve qualcuno che faccia il lavoro di controllo, non che prenda le decisioni in vece mia.

Guardia antibulli sì o no? L'intervista al Preside Franco De Vicenzis

Franco De Vincenzis, preside dell’Istituto Florence Nightingale di Castelfranco, invece, nutre molte più perplessità sul progetto Scuola Sicura. In realtà, quando lo abbiamo chiamato per essere intervistato, non era al corrente dell'iniziativa. Dopo la nostra spiegazione si è detto favorevole all’inserimento "di figure educative di raccordo fra scuola e territorio in grado di avviare con famiglie e ragazzi percorsi di sostegno per evitare episodi di bullismo", ma contrario "ad addetti alla mera sorveglianza poliziesca, come si fa con le guardie giurate fuori dalle banche, perché di tutto abbiamo bisogno meno che della militarizzazione della scuola". Giudizio sospeso, quindi, sul merito in attesa di conoscere i dettagli dell’iniziativa per cui, comunque, bisognerebbe trovare fondi. "Ultimamente sono state varate solo riforme a costo zero e la scuola non ha risorse: vedo molto difficile, anzi quasi impossibile, l’introduzione di questa figura, soprattutto se non adeguatamente retribuita. Se l’onere ricadesse sugli istituti, noi non saremmo d’accordo", ha sottolineato De Vicenzis.

Bullismo a scuola: tracce svolte e riflessioni per la scuola

Se a scuola vi hanno assegnato dei temi sul bullismo o volete riflettere su quanto sta accadendo nelle scuole, non perdetevi le nostre tracce svolte: (Foto Credits: Pixabay)
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