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Buona Scuola: bocciata dall'81% dei professori

14 ottobre 2016

Se la Buona Scuola era nata con l'obiettivo di risolvere definitivamente il problema del precariato, non solo non c'è riuscita, ma ha anche toppato in altri sensi. Il primo flop si è manifesta in una quasi totale mancanza di consensi: l'81%  dei docenti è infatti del tutto insoddisfatto da questa riforma.

A confermarlo è un sondaggio realizzato dall'istituto Swg, che riesce anche a spiegarci il motivo per il quale, nei mesi passati, scioperi e agitazioni sono stati all'ordine del giorno. La ricerca, dal titolo “Un anno di Buona scuola: la riforma all'esame degli insegnanti”, è stata presentata lo scorso 5 ottobre, in occasione della giornata mondiale degli insegnanti.

Il giudizio negativo riguarda la riforma nella sua totalità: l'opinione generale è che la riforma non servirà a migliorare linsegnamento né riuscirà ad avere effetti positivi sulla professione dei docenti. Sono, comunque, stati bocciati tutti i singoli punti della legge 107:

  • la chiamata diretta, approvata solamente dal 5% degli intervistati
  • la valutazione
  • il discorso sulla figura del "super-preside"
  • il bonus di merito, che secondo il 79% si tradurrò in inutili situazioni di conflitto e competitività - non positiva ma deleteria - all'interno dei singoli istituti

L'unico punto che mette in qualche modo d'accordo gli insegnanti - il 75% - è l'obbligo di formazione continua per i docenti. Cosa si inventerà il Governo per rispondere al malcontento accumulatosi nei mesi?

Uno degli obiettivi futuri è quello dello svecchiamento nelle scuole: attraverso la Formazioni iniziale e l'accesso all'insegnamento secondario, si mira a portare dietro le cattedre docenti molto più giovani. Si tratterebbe di una grande conquista se si considera che, al momento attuale, il personale docenti ha un'età media di 52 anni.

Per poter accedere all'insegnamento il Governo ha pensato all'introduzione di 24 CFU obbligatori nel Piano di studi - indipendentemente dal corso di laurea scelto - relativi a discipline dell’ambito antropo-psico-pedagogico. Una volta conseguita la laura magistrale, si potrà diventare docenti superando alcuni concorsi nazionali a numero chiuso. Per farla breve, i più meritevoli potrebbero diventare insegnanti in un'età compresa tra i 24 e i 29 anni. Progetto impensabile in base allo stato attuale delle cose.

Speriamo soltanto che le parole si trasformino in fatti e che il fallimento di questa prima riforma possa essere positivo per le innovazioni che saranno proposte nel futuro.

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