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I giovani italiani sono orfani - Diario del Rappresentante

13 febbraio 2015

«Il Bel Paese, che per noi giovani di belle ha solo le fregature. Specialmente per coloro che lasciano l’oasi delle Scuole Superiori per avventurarsi nella giungla dell’università o di un presunto lavoro. Università che spesso e studentivolentieri ci fanno sentire indesiderati. Test di medicina che impediscono a ragazzi validissimi di intraprendere quella facoltà. Ricercatori che si ritrovano con le mani legate, assorbiti dal vortice del “mangia mangia”. Uffici che non sanno dare risposte, o meglio, ne hanno solo una: “Guardi sul sito”. Studenti che vengono trattati come se l’università non esistesse per loro, ma per i professori.

Davvero ancora ci si chiede perché si scappa all’estero? O perché i giovani del Sud cerchino speranze nelle università del nord Italia?

Si parla tanto di fuga di cervelli, ma in realtà non fanno che cacciarli via, evitarli come la peste.

Sei troppo intelligente, potresti darmi fastidio, vai a pulire il cesso.

La situazione drammatica in cui si trova l’Italia da molti anni ormai, si può risolvere solo con un cambiamento proveniente dal basso, considerando che la classe politica è troppo impegnata a dividersi i nostri soldi. Basterebbe partire da un rapporto più stretto tra i giovani e le Istituzioni, cercare ragazzi che con le loro potenzialità possano portare dei cambiamenti positivi (magari non nell’Italia intera), ma anche solo all’interno del loro Comune. Dare ad uno studente la voglia di imparare e non farlo sentire come una fastidiosa pratica da evadere. Stimolare in ogni giovane il desiderio di migliorare ciò che lo circonda, dando valore al suo contributo, e ascoltare le sue idee rendendole fatti concreti.

Sembrano parole vane, ma Paesi a noi molto vicini seguono questo sistema da tempo immemorabile. Le università non fanno che invogliare persino gli stranieri a iscriversi, curando ogni aspetto e eliminando ogni singolo dubbio. Perché un’università estera mi desidera più di una del MIO Paese?

Perché se dico ciò che davvero non va, nessuno vuole ascoltarmi? Io, così come tutti gli altri studenti italiani. Eppure lo Stato mi conosce. Sono cresciuta qui, istruendomi nelle scuole STATALI, che mai smetterò di ringraziare per la formazione data. Perché l’Italia mi abbandona quando sono pronta per poter restituire ciò che mi ha donato?

Caro Stato, i giovani validi esistono, non c’è che chiedere».

Serena Buccoliero – R.I.S. del Liceo Scientifico Galileo Galilei, Spadafora (Messina)

 
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