Succede in una scuola di Palermo, l'insegnate decide di punire il bulletto della classe facendogli scrivere per 100 volte sul quaderno "Sono un deficiente". Subito è scattata la protesta dei genitori, finché si è arrivati davanti ad un giudice che ha condannato la professoressa a 30 giorni di reclusione.
In seguito è arrivata anche la conferma della Cassazione secondo cui: "Gli insegnanti non possono rispondere con metodi prepotenti agli atteggiamenti di ''bullismo'' degli allievi per quanto gravi possano essere, perche', cosi' facendo, ''finiscono per rafforzare il convincimento che i rapporti relazionali sono decisi dai rapporti di forza o di potere''.
La pena è stata però ridotta a 15 giorni, poiché secondo la stessa Cassazione non sussiste un ''disturbo del comportamento'', ipotesi avanzata dallo psicologo che ha seguito il ragazzo.