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La Buona (?) Scuola

12 gennaio 2017
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“Qualcosa cambierà, ma qui non cambia più”: questo sembra dire la “Buona scuola”.

La riforma di Stefania Giannini e Matteo Renzi non si tocca, nonostante che a Palazzo Chigi non ci sia più il premier che l’ha voluta né il ministro che l’ha firmata.

L’arrivo di Valeria Fedeli al ministero dell’Istruzione apre a piccole modifiche, ma secondo quanto possiamo anticiparvi, non ci sarà nessuna rivoluzione. Il Parlamento sulla scuola non ha cambiato idea, anche perché il governo Gentiloni non avrà il mandato, e forse neppure il tempo, per smontare gradualmente la riforma; solo piccole modifiche.

In compenso tutti i progetti in cantiere, dalle deleghe alle assunzioni straordinarie per le maestre d’asilo, rischiano di slittare o addirittura saltare definitivamente. Solo la riforma della scuola dell’infanzia ha la certezza di essere confermata.

Non vi sarà alcuna “controriforma” della nostra scuola, poiché “ci vorrebbe una legislatura intera” (così dicono a Roma) e non è proprio il caso del nuovo esecutivo: non c’è l’intenzione né il tempo di attuare il cambiamento.

In questo senso una conferma arriva anche dal fatto che la scuola non sia mai stata citata nel discorso schematico alle Camere del nuovo premier Gentiloni.

Ci saranno piuttosto dei correttivi su quei temi su cui già erano aperti dei tavoli con i sindacati.

Per quanto riguarda l’università, le discusse “Cattedre Natta” potrebbero essere modificate in Parlamento.

Come abbiamo accennato precedentemente, solo la riforma della scuola dell’infanzia (che prevede la creazione dei nuovi centri per bambini dagli 0-6 anni) dovrebbe essere pubblicata in tempo: il testo è realmente pronto e i soldi stanziati nella legge di bilancio, non ci sono ostacoli al via libera.

Incrociamo le dita.

Invece, per tutte le altre promesse giunte da Palazzo Chigi, la strada è in salita; verrà avviato solo il Tirocinio di specializzazione per gli insegnanti di sostegno; il bando è già stato pubblicato e le scuole ne hanno improrogabilmente bisogno.

Infine, trovare una soluzione per tutti i precari ancora in attesa di una cattedra diventerà un problema del prossimo governo. Qualunque esso sia.

Intanto la scuola italiana resta ferma con le quattro frecce…

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