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La gaffe del Miur con la campagna antibullismo

14 ottobre 2016

A volte capita anche agli alti vertici del potere di sbagliare: questa è la volta del Miur che, in concomitanza al lancio della campagna antibullismo, è stato il protagonista di un singolare episodio.

La campagna in questione si chiama “Smonta il bullo”: nasce con la nobile intenzione di bloccare sul nascere l'insorgere dei fenomeni di bullismo. Il link dell'iniziativa, che rimanda al sito del Miur, è stato ripreso dai vari Uffici Scolastici Regionali. Qual è stato il problema? Che a un certo punto il link ha rimandato ai contenuti di un sito particolare. Di che tipo? Be', si è trattato di un sito pornografico.

bullo

L'indirizzo attuale, infatti, che è smontailbullo.it, rimanda in pratica a un sito spagnolo che con il bullismo ha ben poco a che vedere. Si tratta, quasi sicuramente, di uno "scambio" avvenuto in seguito ad hackeraggio e navigando in rete è ancora possibile incontrare tale indirizzo associato alle attività della Pubblica Istruzione.

Il Miur è subito intervenuto con una circolare ministeriale per segnalare l'esistenza di questo indirizzo "alternativo", ma com'è noto, cancellare tutte le tracce da Internet è praticamente impossibile.

Nelle circolare, il Miur ci ha tenuto a precisare che la sua campagna antibullismo è stata avviata nel 2006 e si è conclusa nel 2012. I contenuti del sito di partenza sono poi confluiti all'interno del sito generazioniconnesse.it.

Il dominio originale era stato messo off-line, ma è stato in seguito acquistato da altri e oggi ospita contenuti molto lontani da quelli originari. Quello che si chiede ai vari Uffici periferici è di rimuovere dai loro siti istituzionali il vecchio dominio e di sostituirlo con il nuovo. Ma non tutti gli Uffici si sono mossi in modo celere: per questo motivo dal sito dell'’Ufficio scolastico regionale dell’Umbria sono arrivate le segnalazioni dei primi genitori impazziti e del tutto scandalizzati.

PAGA CON

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