La preside ha detto no. Mattia Carbini, studente diciottenne dell’Alberghiero di Arzachena, non ha potuto accedere a scuola col piercing. Un semplice septum, piercing che viene praticato forando il setto alla base del naso. È giusto che uno studente debba rinunciare alla propria libertà personale e di espressione per frequentare un istituto? Se ne sentono molte di storie di questo tipo, che sia per capelli colorati o jeans strappati, siamo abituati a sentire certe notizie e additarle come abuso di potere. Ma lo sono davvero? Il regolamento dell’istituto specificherebbe effettivamente che “Per la frequenza dell'istituto è richiesto un abbigliamento consono ed adeguato; inoltre, sempre per gli stessi motivi, non è consentito il possesso di piercing, orecchini, acconciature di pettinature che non garantiscano l'assoluta igiene personale e la salvaguardia di ambienti salubri.”, quindi il ragazzo sarebbe in torto, ma in un'intervista il padre specifica che il figlio non è l’unico a portare piercing, anche se è il solo che è stato allontanato dalla dirigente per questo.
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Il ragazzo allontanato da scuola.[/caption]
Orecchini sì, e septum no quindi, una scelta arbitraria fatta sui gusti personali della preside o di preferenza? Un gioiello non può costituire un'offesa per qualcuno e non può essere antigienico (anche perché si infetterebbe altrimenti), perciò è assurdo vietare la possibilità di indossarlo. Il regolamento del convitto dello stesso istituto cita che lo studente ha diritto “a vivere in un ambiente che rispetti e valorizzi l’identità di ciascuno”, ma sembra che alla fine la possibilità di distinguersi non sia realmente rispettata. Come sapete, non è la prima volta che ci occupiamo di questi temi e soprattutto se sia giusto o meno essere "bannati" da scuola se si hanno tatuaggi o piercing.
