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Lo "spacciamerendine" di Moncalieri: il caso continua

23 novembre 2016

Proprio ieri, vi abbiamo raccontato la storia di uno studente dell’istituto Itis Pininfarina di Mocalieri sospeso per un'attività del tutto insolita: la vendita di merendine ai suoi compagni di scuola durante la ricreazione.

Le reazioni all'accaduto sono state le più varie: da chi si è congratulato con il ragazzo -  che non avrà probabilmente riflettuto sulle conseguenze che il suo gesto poteva avere sulle vite degli altri studenti della scuola -  per l'ingegnosità a chi si è indispettito e pure parecchio perché un'anomalia di questo tipo non dovrebbe neanche ipotizzarsi all'interno di un edificio scolastico.

Al ragazzo, però, la fortuna ha voluto in qualche modo sorridere di nuovo perché dopo quanto accaduto gli sono arrivate addirittura delle proposte di lavoro. Uno tra questi è quello proposto da Andrea Visconti, co-fondatore di una stratup di Torino chiamata Sinba, che vorrebbe investire in giovani talenti, proprio come il protagonista del misfatto. Anche Michele Valentino, co-proprietario di M&C Media vorrebbe offrire uno stage al ragazzo, per indirizzare in tal modo il suo spirito di iniziativa, creatività e imprenditorialità.

Di fronte a tutto questo entusiasmo nei confronti di un comportamento contrario alla legge, ci vengono in mente alcune domande: quanto è giusto esaltare un ragazzino che ha compiuto un gesto sbagliato? Se è pur vero che sbagliando s'impara e che la genialità spesso caratterizza i soggetti in controtendenza, quelli che le regole le infrangono perché la loro creatività non può essere imbrigliata, se un giovane non viene in qualche modo punito per aver fatto qualcosa che non era lecito fare, andrà avanti nella vita pensando che potrà permettersi di fare qualsiasi cosa. Tanto è un genio, uno fuori dal comune, un vero talento, sono gli altri a non capire.

Non tutti i talenti violano la legge, se ne sbattono delle norme: forse la vera genialità sta nel riuscire a fare qualcosa di grandioso pur rimanendo all'interno del sistema, senza andare oltre, senza rischiare di fare del male, anche involontariamente. Il compito della scuola, soprattutto a questo punto delle vicenda, dovrebbe essere quello di indirizzare correttamente il ragazzo, trasmettendogli il valore reale del rispetto delle regole, non di farlo esaltare proponendogli una qualche collaborazione con aziende esterne.

Questa è la nostra opinione. Voi che idea vi siete fatti invece?

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