Partiamo dall'inizio. L'altro giorno, mentre ero intento a preoccuparmi della sempre più vicina seconda prova di fisica (materia nella quale ho buco :D, ma d'altronde chi non lo ha...) qualche messaggero del male invia nel gruppo di classe questo articolo.
Leggo il titolo: "Esame maturità, basterà la media del 6 per essere ammessi". Ho già capito, è meglio che mi sieda e mi metta comodo... Leggo così una serie di piacevoli novità per la Maturità 2018. Per farla breve:
- Come da titolo, non sarà più obbligatorio avere 6 in tutte le materie. Ah si, il comportamento fa media.
- Non saranno più ottenibili solo 25 punti durante il triennio, ma 40.
- Italiano e prova di indirizzo varranno 20 punti, tanto quanto il colloquio orale.
- Salterà la terza prova. (sì, avete letto bene)
- "Eh, ma ci saranno le invalsi". Sì, ci saranno le invalsi. Gli studenti si troveranno di fronte a prove di Italiano, Matematica e Inglese. C'è solo un piccolo cambiamento rispetto alla nostra terza prova... IL VOTO OTTENUTO SARÀ ININFLUENTE!
I '99 che hanno saputo della riforma me li immagino più o meno così...[/caption]
Allora allora, qui bisogna mettersi d'accordo. La maturità è stata indubbiamente semplificata. Ora, che sia un bene o un male non sta a me deciderlo. Dopo un primo momento di rabbia e puro odio verso il ministero, ho chiuso gli occhi e ho riflettuto. Ed è quello che vi invito a fare.
Riflettete, andate oltre le apparenze. La maturità 2018 sarà pura e semplice formalità, non la prova che noi fortunati '98 temiamo così tanto. Ma è davvero giusto semplificare l'esame? Ammorbidendo sempre più le difficoltà scolastiche, come ci comporteremo di fronte alle tante difficoltà che la vita ci costringerà ad affrontare? Senza sfociare troppo nella filosofia, vi consiglio di leggere un articolo (finite il mio però, mi raccomando!) intitolato "La scuola deve essere più difficile" del Prof Enrico Galiano. A me ha fatto pensare molto.
Che dire, vi sembrerò anticonformista ma... sono quasi contento di affrontare la Maturità 2017. Sono fermamente convinto che tutti noi possiamo farcela, senza il bisogno di semplificazioni. Sarà difficile, certo. Ma vivere nel facile non ha mai reso forte nessuno.
