Messina senz’acqua, un’emergenza che ha fatto il giro d’Italia, in ritardo. Un ritardo che ha coperto circa metà della durata della crisi idrica, e che non si è tramutato nella totale assenza di considerazione grazie ai social network. Sembra quasi impensabile che nel 2015 ci sia bisogno dell’ intervento dei VIP pur di fare in modo che si parli di un problema così grave. Ma lasciamo l’indignazione per questioni più rilevanti. La mancanza di acqua non ha portato solo grandi disagi pratici alla popolazione, ma ha anche causato problemi al settore dell’istruzione. Le scuole sono rimaste chiuse per quasi una settimana, giornate perse che andranno ad aggiungersi a quelle che gli studenti passeranno a casa a causa dell’allerta meteo.
I due problemi non possono ovviamente essere paragonati, e nessuno può prevedere né ignorare lo stato di allerta, ma queste due situazioni insieme stanno rallentando i programmi scolastici, un disagio particolarmente sofferto dai maturandi. Per ciò che riguarda l’università invece, la situazione è stata piuttosto simile per alcune facoltà che hanno dovuto chiudere i battenti, mentre altri studenti hanno potuto continuare a seguire le lezioni regolarmente. Il disagio è comunque rimasto, in particolare per gli studenti fuori sede o per i pendolari che si sono trovati costretti a assentarsi. Un danno che è costato caro alla città, ma che spesso e volentieri è stato dipinto in maniera sbagliata sui mezzi di informazione. In queste ultime ore sui social si legge anche “la pioggia al Sud non fa rumore”, infatti non poche difficoltà sono state causate dal maltempo (non solo a Messina), ma nuovamente la questione non é rientrata immediatamente nella speculazione nazionale, esattamente come la precedente crisi idrica.
Ci sarà anche chi dichiara che “la Sicilia non è Italia”, ma non bisogna mai dimenticare che “la madre degli ignoranti è sempre incinta”.
E se vuoi sapere cos'è successo alle scuole delle altre regioni d'Italia a causa del maltempo, leggi l'articolo: Scuole chiuse per emergenza maltempo: le testimonianze dei nostri RIS
