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Millennials e mondo del lavoro: qualche dato interessante

12 ottobre 2016

Pubblicato il rapporto di Cornerjob, app specializzata nel settore della ricerca del lavoro, relativo al primo trimestre del 2016: focus particolare sui Millennials. Il quadro che emerge è davvero interessante e inaspettato.

Prima di tutto, è diminuita l'età nella quale si entra sul mercato del lavoro: su 100.000 mila candidature ricevute, i giovani di età compresa tra i 18 e i 24 anni rappresentano, infatti, il 38,9%, mentre quelli tra i 25 e i 34 anni il 28,2%, percentuale inferiore.

I giovani di oggi vogliono, da quello che possiamo capire analizzando i dati, entrare il prima possibile nel mondo del lavoro e cercare di raggiungere nel modo più celere l'indipendenza economica. Positivo risulta il fatto che più della metà dei giovani sotto i 24 anni - il 54,9% - ha già delle esperienze lavorative alle spalle, anche se in alcuni casi part-time.

Per quanto riguarda le regioni nelle quali si concentra la maggiore offerta lavorativa, al primo posto - com'è quasi scontato pensare - si colloca la Lombardia, con il 20,1%, seguita dalla regione Lazio, con un buon 19,1%. La vera sorpresa è rappresentata dal terzo posto, nel quale troviamo la regione Campania, che si è accaparrata il 9,3% di tutta l'offerta presente sul territorio nazionale.

I Millennials preferiscono esplorare più territori possibili prima di indirizzare davvero il loro percorso professionale: non temono più la mancanza dell'indeterminato. Anzi, proprio quest'incertezza li spinge ogni giorno a tentare, a migliorarsi, a cambiare.

Tra i settori lavorativi in maggiore crescita troviamo quello immobiliare, con il 40% del totale, seguito dal settore HoReCa, con l’8,7% dell’offerta, il supporto al commercio e l’edilizia.

Nonostante questa virata generazionale e un mercato del lavoro caratterizzato da un certo dinamismo, non possiamo purtroppo essere ottimisti al 100%, soprattutto se paragoniamo i nostri risultati a quelli degli altri Paesi europei. Ad ogni modo, pur con la lentezza tipica della nostra Italia, qualcosa si muove e sta iniziando a cambiare.

E il motore di questo capovolgimento siamo proprio noi, la generazione Y, cresciuti con una cultura globale e con lo spirito della flessibilità. Giovani che studiano e poi finiscono a fare un lavoro diverso rispetto al loro progetto iniziale, perché hanno imparato ad agire in modo pragmatico rispetto alla realizzazione del loro progetto di vita. Un mondo nel quale emergono anche giovani startupper, gli imprenditori del nuovo millennio che riescono a trasformare le loro idee, i loro sogni in business. E che ci fanno credere che c'è ancora tanta speranza. Anche per noi.

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