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Piano triennale Università: più internazionalizzazione e investimenti sui giovani

29 agosto 2016

Al via il nuovo Piano triennale delle università, che riguarda il triennio 2016/2018, firmato dal Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Stefania Giannini. Il piano sancisce una maggiore autonomia per gli atenei italiani che, da questo momento in poi, avranno a disposizione maggiore libertà di azione nella strutturazione dei percorsi di laurea e nella programmazione della didattica, al fine di avvicinare maggiormente l'offerta formativa alle esigenze degli studenti.

A tal proposito si punterà all'internazionalizzazione dei corsi, all'assunzione di giovani ricercatori e alla chiamata diretta dei vincitori di programmai ERC (European Research Council). L'obiettivo è quello di enfatizzare l'autogestione dell sistema universitario rendendolo più innovativo e fare in modo che ogni ateneo possa offrire un'offerta formativa unica nel suo genere, con percorsi di laurea più flessibili per avvicinarli al mondo del lavoro. Si punta anche a una migliore distribuzione delle risorse premiali, con una più grande considerazione delle specificità del Sud Italia.

Le priorità da implementare a livello nazionale sono:

  • il miglioramento dell'orientamento in ingresso e in itinere e l'internazionalizzazione dell'offerta
  • la valorizzazione dei docenti di ruolo e l'assunzione di giovani ricercatori
  • la modernizzazione degli ambienti di studio e delle metodologie di insegnamento
  • l'ottimizzazione dell'autonomia dei singoli atenei

La principale novità consiste nella relazione tra specializzazione dell'ateneo e quota premiale del Fondo Ordinario. In poche parole, dal 2017,  ogni università si farà valutare in base alla propria strategia di sviluppo, ovvero in base a degli indicatori individuati direttamente dall'ateneo, scelti da un paniere proposto dal Ministero. Le valutazioni avverranno sia sulla base dei risultati conseguiti rispetto alla strategia, sia al miglioramento ottenuto rispetto alle condizioni di partenza. Proprio per questo motivo, verrà applicato un 10% in più per le università del Centro e un 20% per quelle del Sud e delle Isole.

Infine, verrà avviato lo sblocco totale del turnover per le assunzioni dei ricercatori più giovani, uno dei traguardi più importanti per lo svecchiamento delle istituzioni scolastiche e per la valorizzazione delle risorse del Paese.

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