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Riforme, studenti in protesta come nell'Attimo fuggente

8 ottobre 2014

Riforme, studenti in protesta come nell'Attimo fuggenteVi è capitato in questi giorni di incontrare sui social network foto di studenti in classe in piedi sui banchi? Non si tratta di un gioco virale (di quelli a nomination che vanno di moda in questi tempi, tanto per intenderci), ma dell'appello lanciato da Unione degli Studenti Medi con l'hashtag #entrainscena. Il gesto è un chiaro riferimento alla scena del celebre film "L'attimo fuggente" in cui il professor Keating invita metaforicamente i suoi alunni a guardare il mondo da un'altra angolazione.

Ad ogni modo, non si tratta di un omaggio a questo capolavoro cinematografico e nemmeno una commemorazione del suo grande protagonista tristemente scomparso due mesi fa. Il gesto ha un obiettivo ben più pratico, ovvero quello di riportare gli studenti in piazza in difesa della scuola, da molti vista nuovamente minacciata dalle riforme del Governo Renzi. L'appuntamento, la prima vera occasione in cui aprire un altro autunno che si preannuncia carico di tensione, è per il 10 ottobre, giorno in cui gli studenti si affiancheranno ai già citati lavoratori della scuola pubblica (leggi anche Scioperi e proteste nelle piazze contro le riforme della "Cattiva Scuola").

La prospettiva è che decine di migliaia di studenti si mobiliteranno in circa 80 città italiane, esprimendo tutto il loro dissenso, che si può riassumere in alcuni concetti chiave:

 

  • 1) la valutazione delle scuole e dei docenti, ovvero il concetto di meritocrazia poco chiaro, che potrebbe portare ad ingiustizie sociali e a privilegi a scapito degli Istituti più in difficoltà;
  • 2) l'autonomia dei presidi, considerata inaccettabile e pericolosa per le sue possibili ripercussioni sulla carriera dei singoli docenti;
  • 3) la mancanza cronica di risorse economiche per l'istruzione, che dovrebbe essere il fattore scatenante della ripresa e quindi essere al centro dei piani di investimento pubblici;
  • 4) il pericolo della privatizzazione delle scuole con l'intervento degli investimenti privati e della loro finanziarizzazione tramite altre formule, come i "Social impact bond";
  • 5) l'assenza di un rinnovamento del ciclo scolastico e della didattica per affrontare e riparare il problema della dispersione scolastica;
  • 6) l'inadeguatezza del sistema di alternanza scuola-lavoro previsto.

 

Questi, sostanzialmente, sono i principali motivi che alimenteranno la mobilitazione. Voi cosa ne pensate? Prenderete parte alle proteste? Se no, vi piacerebbe oppure non condividete le cause degli studenti manifestanti? Scriveteci il vostro punto di vista a infostudenti@scuolazoo.it!

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Riccardo Gemma

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