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Studente denuncia la sua scuola per sequestro di cellulare

25 gennaio 2017
Lo smartphone è diventato davvero indispensabile per noi. Ci svegliamo ed è la prima cosa alla quale pensiamo. Non ci interessano i compiti, i vestiti da indossare, la colazione da preparare, il tizio che ci sta facendo impazzire. La prima cosa che ci viene in mente è di allungare il braccio da sotto il piumone e ritrovarci a ticchettare con le dita su quello schermo che non si è, ancora, stranamente rotto. Un ragazzo, una mattina, non ha potuto faro. Il motivo? Un sequestro di cellulare. Il suo.

Sequestro di cellulare: succede in una scuola di Treviso

Diciotto anni, uno studente come tanti che, come tanti, stava utilizzando il telefono in classe. Solo che, a differenza di quello degli altri, il suo è stato sequestrato ma non restituito alla fine delle lezioni. La denuncia ai carabinieri è stata fulminea: il ragazzo non ha potuto, infatti, contattare i genitori che erano fuori città e non hanno dunque avuto più notizie da parte del figlio. Sequestro illegittimo e abuso di potere le accuse lanciate: gli insegnanti della sua scuola, il "Duca degli Abruzzi", avevano infatti riposto il cellulare in cassaforte per riconsegnarlo direttamente ai suoi genitori. Se una circolare del Miur sancisce che "l'uso del cellulare rappresenta un elemento di distrazione sia per chi lo usa che per i compagni, oltre che una grave mancanza di rispetto per il docente configurando, pertanto un'infrazione disciplinare sanzionabile attraverso provvedimenti" prevenendo un eventuale sequestro, dall'altro lato, a giudizio dell'avvocato penalista Fabio Capraro, "il ritiro del telefonino, soprattutto ai maggiorenni, costituisce una forma di sequestro improprio che non può essere esercitato dal docente. Fermo restando la legittimità di un'eventuale sanzione prevista dal regolamento scolastico".

Telefono in classe: sì o no?

Intanto il dibattito in merito all'utilizzo del telefono a scuola cresce. Così come usare il telefono in presenza di un nostro amico che ci sta parlando, raccontandoci magari delle sue paturnie, è in fondo una mancanza di rispetto nei suoi confronti, lo stesso si può dire nei confronti di un docente che tenta di spiegare qualcosa. A meno che non ci siano gravi motivi che spingano lo studente in questione a doversi servire del suo smartphone, la noia della lezione del momento o una dipendenza nei confronti del mezzo non sono una valida giustificazione. Certo, adesso che il caso è uscito fuori dalle aule nelle quali si è verificato, spetterà a chi di competenza giudicare se ci sia effettivamente stato un abuso di potere o semplicemente uno zelo eccessivo da parte dell'insegnante. Voi che avreste fatto al suo posto? E come avreste reagito nei panni del ragazzo? Fateci sapere nei commenti. 
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