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Tra potenza e fragilità: il modo di vivere dei Millennials

16 gennaio 2017

La generazione dei Millennials è po' come quei quadri astratti di non facile interpretazione. Ci sono linee brillanti che spiccano a prima vista, stagliandosi su tutto il resto. Guardando bene, però, emergono anche altre forme, altri colori, altre sfumature.

I Millennials sono, infatti, pieni di contraddizioni. Una medaglia con due facce che da un lato mostra tutta la sua potenza, e dall'altro la sua grande fragilità. Una generazione cresciuta con internet, con il cellulare sempre tra le mani, bombardata costantemente dalle informazioni, e che si avvicina all'età adulta in un mondo pervaso da avvenimenti politici imprevedibili, come la Brexit, le elezioni di Trump o il referendum costituzionale del 4 dicembre. E in questo universo, nonostante sia connessa, si ritrova alla fine a sentirsi sempre più isolata.

Iperconnessione

Una vita passati tra i meandri della rete, dove secondo gli studi, si trascorrono almeno tre ore al giorno. A dirla tutta, se ci si pensa, tre ore sono pure poche. Lo smartphone sembra il naturale prolungamento delle nostre dita. Peccato che l'iperconnessione permette di essere informati, di avere sempre l'intrattenimento a portata di mano, di soddisfare le esigenze più immediate, ma ha comunque cambiato il modo in cui ci si rapporta tra noi e con gli adulti.

Questo cambiamento ha toccato ogni ambito della vita dei Millennials, anche la sfera sessuale. Solo 63% dei ragazzi di età compresa tra i 16 e i 17 anni si definisce eterosessuale al 100%, con un'identità sessuale e di genere che potremmo definire fluida.

Insoddisfazione

La conseguenza principale della precarietà del mondo che ci circonda è un senso di insoddisfazione sempre più crescente, in relazione alla propria vita, ma anche ai rapporti con la famiglia, con la scuola e con gli altri membri della società. Il segno più evidente di questo processo è un tasso di ansia in continuo aumento e, nei casi più gravi, l'insorgere di vere e proprie malattie mentali, un tempo inesistenti tra i giovanissimi.

Quella che rappresentiamo è una generazione che esprime senza giri di parole e senza paura di nascondersi la propria infelicità. Forse siamo un po' troppo legati al numero di like che riceviamo, a quante richieste di amicizia vengono accettate e a quante rifiutate, a quanti follower riusciamo a racimolare su Instagram. La nostra autostima risente pesantemente del livello di gradimento social, che sostanzialmente di sociale ha ben poco. Se non quello di aumentare il nostro senso di isolamento e la nostra paura di restare soli.

Un'altra contraddizione è, fortunatamente, emersa: i Millennials sono molto più consapevoli per quanto riguarda l'uso di alcol e droghe, che hanno ripercussioni negative ridotte nelle loro vite rispetto a quanto vissuto dagli adolescenti di una volta. Lo stesso si può per l'interesse nei confronti della politica: i neodiciottenni hanno votato alla prima possibilità in percentuali più alte rispetto alle generazioni precedenti.

Quale sarà il futuro di questa generazione così potente eppure così fragile? Come riuscirà a uscire dalla contraddizione, dal senso di impotenza, dalla nube che attraversa le sue giornate? Una cosa è certa: i Millennials saranno forse un po' impauriti, ma non sono stupidi. Affatto.

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