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L'UE boccia l'Italia: da stabilizzare 250mila precari della scuola

28 novembre 2014

L'UE boccia l'Italia: da stabilizzare 250mila lavoratori della scuolaIl precariato in Italia è uno dei maggiori problemi con cui deve misurarsi una qualsiasi riforma del lavoro; i lavoratori precari sono tanti, ma adesso, soprattutto quelli dell'ambito scolastico, possono contare su un alleato potente in questa lotta intestina: la Corte di Giustizia europea.

Da cinque anni è in corso una battaglia legale, avviata dall'Anief, che sottolinei all'attenzione dell'UE la situazione anomala del precariato in Italia, in riferimento ai lavoratori scolastici. Pochi giorni fa è arrivata la risposta della Corte di Giustizia o, per meglio dire, la sentenza: almeno 250mila lavoratori precari devono essere stabilizzati. Nel dettaglio, stabilizzati con contratto a tempo indeterminato (e ottenimento della tanto agognata cattedra fissa, nel caso degli insegnanti) o risarciti, qualora i precari in questione avessero trovato nel frattempo altri impieghi.

La Corte di Giustizia parla chiaro: in Italia c'è stato un vero abuso dei contratti a tempo determinato, i quali dovrebbero essere rinnovati in successione solo in casi di "ragioni obiettive", stabilendo chiaramente la durata massima e il numero di rinnovi. Nel nostro Paese, migliaia e migliaia di lavoratori sono stati chiamati a lavorare a tempo determinato per coprire posti vacanti, i quali sono stati tali troppo spesso non per malattie, maternità o per l'attesa dell'espletamento dei concorsi pubblici, ma per ragioni di carattere politico-economiche giudicate poco fondate.

Il risultato è adesso che, sotto pressione dell'Unione Europea, l'Italia dovrebbe stabilizzare o risarcire quei lavoratori che abbiano già totalizzato almeno 36 mesi di lavoro con contratto a tempo determinato, anche non continui. Riferendosi al sistema scolastico, si parla di circa 250mila lavoratori, che possono tradursi addirittura in 2 miliardi di euro di risarcimento. Il Ministro Giannini, tuttavia, non si è detta preoccupata: il documento "La Buona Scuola" prevede infatti per settembre 2015 un piano di assunzioni da 148mila unità e l'organizzazione di un concorso pubblico per altri 40mila posti.

La domanda che vi poniamo noi, alla luce di queste previsioni, è: quanta strada dovranno fare ancora quei 100mila precari per cui non sono previste assunzioni dalla riforma "La Buona Scuola"? Commentate con quelle che sono le vostre impressioni.

Per ulteriori chiarimenti, potete trovare il testo integrale e ufficiale della sentenza cliccando QUI.

Riccardo Gemma

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