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Vai male in matematica? Ecco spiegato il perché!

16 ottobre 2015

Vai male in matematica? Pensi che sia un demone da evitare? Bene, come ti avranno già detto è colpa tua, ma non nel modo in cui ti hanno sempre detto. A rivoluzionare un po’ il panorama è l’ultima indagine effettuata da Ocse-Pisa, che cerca di analizzare l’andamento in matematica degli studenti e il credere nelle proprie capacità. Anche se sembra strano adirsi, c’è una fortissima correlazione tra i due fenomeni. Ma cerchiamo di capirci qualcosa di più. L’indagine ha preso in esame un gruppo di ragazzi convinti delle proprie capacità matematiche e un gruppo che aveva perso la speranza. Il risultato, abbastanza sconvolgente, è che il primo gruppo ha totalizzato in media 45 punti in più, corrispondenti a quanto si impara in un anno di scuola, mentre il secondo ha totalizzato un punteggio inferiore a quello medio del proprio anno di studio.

lezioni di matematica

Il risultato? Se sei demotivato, i tuoi risultati sono destinati a cadere sempre di più. Appena ritrovi la motivazione e ti convinci delle tue capacità, ecco che, allora, la curva dei tuoi voti sale verso l’alto, arrivando ad assestarsi a livello medio-alto. C’è chi ha definito questa teoria la concreta applicazione della legge di Murphy. Se pensi che una cosa andrà male, questa andrà male sicuramente. Come può la scuola venire incontro a questa problematica? In maniera molto semplice, ma così semplice che sembra addirittura sfiorare l’assurdo. Per rendere i ragazzi più confidenti non c’è bisogno di nessun percorso complicato di autoconvincimento, ma semplicemente qualche esercizio in più svolto in classe insieme ai professori. Niente di così impossibile. Questa nuova indagine potrebbe portare a rivoluzionare la concezione dell’andare male in matematica.

Primo obiettivo delle scuole dovrebbe diventare quello di fornire una quantità di esercizi adeguati agli studenti in modo da renderli più confidenti, facendo così aumentare i loro voti oppure cambiare metodo di insegnamento, proponendone uno più innovativo. Semplice, no? 

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