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Yale e la petizione per salvaguardare le minoranze nei programmi scolastici

21 luglio 2016

Ormai lo sappiamo bene che in Inghilterra e negli Stati Uniti, specialmente nelle università, si sta diventando particolarmente attenti al concetto del "politically correct". Abbiamo visto recentemente che all'università di Oxford verranno acquistati nuovi ritratti da appendere alle pareti per rappresentare anche chi nella società rappresenta una minoranza. Questa volta però è il turno dell'università di Yale dove in questi ultimi giorni è stata lanciata una petizione contro gli autori bianchi dei programmi di letteratura.

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Ma spieghiamo meglio da dov'è nata e in cosa consiste questa petizione: chi deve conseguire la laurea in Inglese all'università di Yale deve obbligatoriamente seguire durante il primo anno il corso intitolato "grandi poeti della lingua inglese" che prevede lo studio di molti autori, tutti ovviamente uomini e bianchi. Gli studenti e non solo (in tutto le firme raccolte per ora sono 160) si sono quindi lamentati perché "un anno passato intorno ad un tavolo da seminario dove il contributo letterario delle donne, di uomini di colore e di queer sono assenti, ferisce tutti gli studenti, indipendentemente dalla loro identità". I firmatari insistono dunque sul fatto che questo corso crei una cultura particolarmente ostile nei confronti delle persone di colore.

Ma la caccia agli "uomini bianchi morti" non è recente. Anzi la "decolonizzazione" nel mondo universitario è nata proprio nel periodo post - coloniale e dagli anni 80 intende dar più valore alle minoranze. Si sono create però sin d'allora tensioni e polemiche che hanno già portato alla dimissione di una docente. Quest'ultima aveva infatti criticato il fatto che l'università di Yale proibisse i travestimenti di Halloween e qualsiasi simbolo di appartenenza a una comunità per non urtare le minoranze, mentre lei metteva in evidenza che solo parlando e dicendosi a vicenda cosa ci disturba (fatto che veniva prevenuto con queste abolizioni) si potesse vivere in una società libera non solo di nome, ma anche di fatto.

Insomma una polemica questa che non è nuova e che continua da anni e probabilmente continuerà ancora, finché una delle due parti dovrà arrendersi.

Voi cosa ne pensate? Pensate che i programmi di letteratura italiana comprendano anche membri di minoranze? Scrivetecelo nei commenti qui sotto!

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