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La gita del quinto ovvero Lo zucchero della Maturità - Diario di una maturanda

20 febbraio 2015

Ho deciso. La maturità è come il caffè. Non quello del bar ovviamente, direi più quello di una caffettiera un po’ vecchiotta e borbottante. Quel caffè scuro e bollente, al quale ci avviciniamo con prudenza per timore di scottarci.

Che la maturità sia amara è innegabile. Tra simulazioni di seconda e terza prova, spesso e volentieri valutate come compiti in classe, ansia per la tesina e infine il grande dilemma:”E  dopo il diploma?”.

Che la maturità sia necessaria è innegabile. Si potrebbe anche definire inevitabile e, esattamente come il caffè puntualmente ci dà la carica per affrontare ogni giornata, l’ultimo anno di liceo è un assaggio di ciò che ci aspetta al di là dei banchi di scuola.

Come ogni caffè che si rispetti, ecco lo zucchero. Meglio conosciuto come gita del quinto.

Anticipata ovviamente dall’impossibile scelta delle mete, dalla snervante attesa dei preventivi, e dalla raccolta delle adesioni. Uno stress della durata di non pochi mesi insomma, e tutto ciò per una settimana.

Sta a noi se definirla UNA settimana o LA settimana.group of happy friends

LA settimana non è costituita da sette giorni; è uno strano periodo in cui la cognizione del tempo svanisce e con lei le ore di sonno. Quello in cui la domanda “che ore sono?” sembra perdere ogni senso logico. LA settimana che dopotutto racconteremo ai nostri figli.

Ci saranno tutti, o quasi. La ragazza più stupida in assoluto, i cui discorsi causano pesanti allergie. L’ex. I migliori amici, con cui probabilmente si passerà il 98% dell’intera gita. La prof sempre presente dal primo anno. I veterani del divertimento. Ed infine, l’immancabile, il grande amore, segreto e persistente da sempre, nascosto da un’ “amicizia”; ma quale migliore occasione della gita del quinto per abbandonare la friendzone?

Il cibo sarà davvero rivoltante, come al solito d’altronde, purtroppo siamo italiani e il nostro DNA ci impedisce di adattarci alla pasta scotta o alla carne fredda. Si sopravvivrà con le classiche “porcherie” del supermercato accanto all’hotel, che puntualmente spariranno nel momento del bisogno.

Durante le notti tra tequila sale e limone, rum e pera e chi ne ha più ne metta, si tenterà di rimanere in silenzio con l’unico risultato di fare più chiasso del previsto. Magari successivamente ad una decina di telefonate (in una lingua sconosciuta) di un pover uomo delirante alla reception, sarà arrivato il momento di abbandonarsi al cuscino... o al pavimento.

LA settimana sarà senza dubbio un argomento che non passerà di moda, del quale si parlerà anche in un incontro casuale al supermercato con quella ragazza stupida che sarà diventata un avvocato, o con i migliori amici che ci saranno come se la gita non avesse mai avuto fine.

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