Il 29 ottobre naufraga anche la seconda opportunità per gli aspiranti camici bianchi: a poche ore dallo svolgimento del primo concorso nazionale di Medicina, organizzato in seguito alla sentenza del Tar del Lazio sulle irregolarità del test di aprile, vengono alla luce nuovi errori (stavolta commessi dall'alto) che contribuiscono ad annullare definitivamente anche la seconda prova.
I quiz erano divisi in tre sessioni: Area Medica, Chirurgica e dei Servizi Clinici. I tre test avrebbero dovuto essere svolti in quattro giorni diversi, con 70 domande comuni, a cui si sarebbero aggiunte 10 domande specifiche per sessione e 10 specifiche per singola scuola di specializzazione. Ed è proprio riguardo alle domande di specializzazione che si è verificato l'errore: il Cineca (Consorzio Interuniversitario che gestisce i test) ha somministrato il 29 ottobre (giorno previsto per il test dell'Area Medica) le domande del 31 ottobre (Area Servizi Clinici), e viceversa. "E' stata una svista gravissima", ammette Emilio Ferrari, Presidente del Cineca. "Cercheremo di porre riparo all'errore organizzando un nuovo test, dopodichè rassegnerò le dimissioni". Nel frattempo, il Ministero dell'Istruzione, accertate le irregolarità in sede di svolgimento del test, ha reso pubbliche le motivazioni dello scambio che è costato il concorso a ben 11.242 partecipanti: “si è trattato di un errore nella fase di codifica delle domande durante l'importazione nel database, a causa del quale sono stati invertiti i quesiti”, fa sapere la Giannini. "Ci scusiamo per il disagio, per ora i test sono annullati, si rifarà tutto il 7 novembre".
Eppure, ripetere l'esame "anti-truffe" a causa di un errore interno (la "truffa dei database"), non può non avere un che di sardonico. E a dirlo è Pina Onotri, segretario generale del Sindacato dei Medici Italiani, secondo cui occorrerebbe prendere misure legali al fine di ricorrere contro quello che è univocamente identificato come "l'ennesimo, imperdonabile errore dello Stato".
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