#Maturità

Prima prova Maturità: Dante all'analisi del testo? (Parte III)

1 aprile 2016

Man mano che ci si avvicina al fatidico giorno del tema di maturità, cresce la preoccupazione per gli argomenti e le ricorrenze che potranno costituire le tracce di prima prova. Dal momento che Dante non esce dal 2007 vi proponiamo un breve seguito del riassunto dei principali canti del Paradiso (la parte della Divina Commedia che in assoluto ci ricordiamo meno)

  • CANTO XVII (cielo di Marte) _ Cacciaguida predice a Dante chiaramente quello che gli era stato preannunciato da più spiriti nell'Inferno e nel Purgatorio: egli dovrà uscire da Firenze bandito sotto il peso di false accuse (tu proverai sì come sa di sale lo pane altrui e come è duro calle lo scendere e salir per le altrui scale); gli predice le angosce del nuovo stato e l’ospitalità degli Scaligeri. Chiude la profezia annunciandogli il prossimo castigo dei Fiorentini, suoi persecutori. Cacciaguida, nel quale Dante ha personificato la sua coscienza, preannuncia anche di quanto vantaggio sarà la sua opera per gli uomini; dalla scrittura della Commedia, Dante otterrà gloria infinita: per questa missione che il cielo gli affida, gli è stato permesso di parlare con tanti illustri spiriti defunti. Parli dunque e persuada il mondo delle verità che Dio gli ha rivelato.
 
  • CANTO XXIII (cielo delle Stelle Fisse) _ Il cielo si schiarisce, Beatrice annuncia l’apparizione di Cristo e degli Apostoli e invita Dante a distogliere lo sguardo da lei e a contemplare l’aspetto della Vergine e dei beati che sono discesi con Cristo. Dante si volge e vede che quel gran sole che prima lo aveva abbagliato, Cristo, era salito e dall’alto, invisibile a lui, illuminava i beati, come fa talvolta il nostro che, attraverso le nubi, manda un raggio a illuminare un prato fiorito, mentre resta velato all'occhio dello spettatore. Poi, Dante guarda devotamente la fiamma nella quale è chiusa l’anima di Maria e vede un lume in forma di corona scendere dall'alto e coronarla, cantandole un dolce invito perché possa ritornare nell'Empireo. Quel lume è l’arcangelo Gabriele e Dante vede che al suo invito la Vergine sale incoronata, mentre tutti i beati gridano il suo nome. Dante l’accompagna con lo sguardo, ma non può seguirla neppure fino al Primo Mobile.
 
  • CANTO XXVII (cielo delle Stelle Fisse) _ San Pietro segue a numerare le colpe dei papi, mostrando quanto il loro procedere sia contrario ai principi della Chiesa, . Condanna il parteggiare politico dei papi, la loro simonia, la loro cupidigia, e chiude con una parola di speranza in una prossima vendetta del cielo. Non appena Pietro ha finito di parlare, Dante guarda Beatrice, che gli spiega quale sia la natura e la funzione del Primo Mobile: da esso ha origine il moto di tutti i cieli e si misura il tempo, confine tra il mondo corporeo e l’incorporeo, tra il finito e l’infinito. Rapita dalla contemplazione delle sublimi verità che ha esposte, Beatrice si volge d’improvviso a deplorare che gli uomini, perduti dietro l’acquisto dei beni mondiali.
 
  • CANTO XXXIII (Empireo) _ Dante è accecato dalla luce divina e la prima cosa che gli appare è l’idea generale di sostanza e accidente, elementi di tutte le cose create; vede riassunto così in una sola entità il creato stesso e accenna alla pienezza di perfezione che in quella vista si ritrova e che tiene stretto a sé l’occhio del contemplante. La vista di Dante, penetrando nell'essenza divina, vede mutarsi l’aspetto di essa finché può scorgervi tre cerchi di ugual contenuto e di diverso colore, simbolo della Trinità. A questo punto la visione ebbe termine, ma già ogni volontà e ogni affetto del poeta operava conforme al volere di Colui che move ‘l sole e l’altre stelle.
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