#Maturità

Prima prova Maturità: Dante all'analisi del testo? Ripassiamo insieme!

30 marzo 2016

Con l'avvicinarsi della Maturità cresce naturalmente l'attesa per i primi terni al lotto sui possibili autori che il Miur potrebbe inserire nella prima prova maturità 2016, come analisi del testo. Una possibile scelta potrebbe essere Dante Alighieri che non compare sui banchi dei maturandi dal lontano 2007: ecco le principali nozioni che vi permetteranno di affrontare un'analisi del testo senza problemi sui canti più importanti del Paradiso, che poi è quello che ci resta sempre meno in mente ;)!

  • CANTO I (salita alla sfera del fuoco) _ Invocazione dell’aiuto di Apollo e riprende poi il racconto interrotto alla fine del XXXIII del Purgatorio: Dante è tornato a Beatrice dopo aver bevuto l’acqua di Euno è e ricorda che lo attrasse un’improvvisa armonia che poi seppe essere quella delle sfere celesti, e che vide il cielo tutto invaso di luce così da parere un oceano in fiamme. Beatrice espone poi a Dante come si acceda al cielo: per questo richiama la mente di lui alla Provvidenza divina che ha costituito l’universo.
  • CANTO III (cielo della Luna) _ Dante, salito nel cielo della Luna, vede alcune figure evanescenti: credendole immagini specchiate, rivolge la parola a Piccarda Donati, scoprendo che si trova nel Cielo della Luna perché è uno spirito mancato ai voti: aveva preso i voti diventando monaca nel convento di santa Chiara, ma il fratello la trasse a forza dal convento e la fece sposare. Dante le domanda se questi spiriti, che sono i più bassi nella gerarchia celeste, non provino invidia per la sorte dei loro compagni posti più in alto; Piccarda risponde che, se così fosse, verrebbe meno la condizione di beatitudine: è assurdo che essi, che vivono in perfetto amore verso Dio, vogliano cosa da lui non voluta. Ciascuno spirito beato è quindi nella condizione che gli è stata assegnata e la ama. Piccarda indica a Dante una delle ombre che le sono compagne. È Costanza d’Altavilla, l’erede normanna del trono delle due Sicilie ; la sua storia somiglierebbe a quella di Piccarda: anche lei sarebbe stata monaca, poi tolta dal convento e sposata contro voglia all’imperatore.
  • CANTO VI (cielo di Mercurio) _ Qui uno spirito si palesa per l’imperatore Giustiniano, fissa i limiti cronologici del suo impero, e si presenta a Dante come colui che la Provvidenza divina elesse a costituire il corpo delle leggi imperiali. Segue una rapida rassegna delle glorie militari e civili di Roma, dai tempi remotissimi della venuta di Enea in Italia fino alla fondazione della città sacra; ricorda poi gli eroi dei primi secoli (Lucrezia, Brenno, Pirro, i Deci e i Fabi), la grande vittoria su Cartagine e le guerre preparatrici della costituzione monarchica dominate dalle figure di Giulio Cesare e Ottaviano Augusto. Sotto Tiberio, però, avvene la morte di Cristo, massimo dei segni del favore divino al quale segue la distruzione di Gerusalemme, in vendetta di quella morte, e da ultimo le guerre dell’impero rinnovato da Carlo Magno. Se l’impero romano è di istituzione divina, le colpe dei suoi nemici sono evidenti.
 

Ripassa con noi anche gli altri canti del Paradiso per arrivare preparato all'analisi del testo!

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