#Maturità

Soluzione 2° prova: Scienze Umane 2015 - Liceo Scienze Umane

17 giugno 2015

Traccia svolta dai Tutor di Docsity collaborazione (1)

Risoluzione di Pedagogia

Il valore del lavoro nell’educazione dei giovani

Il lavoro è spesso condannato ad un grado inferiore, rispetto allo studio. La pedagogia insegna che è importante considerare il lavoro in modo diverso: svolgere una professione è – come sostiene il maestro elementare ed educatore tedsco Georg Kerschensteiner – un’attività sociale che riscuote un vasto effetto politico e pertanto non può essere ridotta soltanto al mero procacciamento dei mezzi di sostentamento e alla soddisfazione dei bisogni. Il lavoro, per essere educativo e formativo, deve essere moralizzato, fatto con coscienza e pensato come un prodotto di valore positivo. In quest’ottica tutti i lavori sono uguali, da quelli più manuali e semplici come il contadino, a quelli più culturali, come il filosofo.

Il pedagogo tedesco rientrava nella corrente dell’attivismo pedagogico, riconducibile a Dewey e Pestalozzi. L’educazione era vista come un processo di cultura attiva che si realizza nel lavoro, manuale per le scuole primarie; ricreazione personale per quelle superiori. Nelle scuole di stampo attivista è fondamentale il legame tra l’insegnamento e la vita sociale e quotidiana: imprescindibile è l’idea che la scuola non sia separata dalla quotidianità, ma sia di aiuto e servizio per affrontarla meglio; qualche pedagogo arrivò addirittura ad affermare che la scuola era vita. Successivamente anche l’italiana Montessori prenderà spunto dalle idee attiviste per creare le sue scuole montessoriane, dove il bambino era stimolato ad utilizzare la propria intelligenza attraverso laboratori pratici che proponevano esperienze non scolastiche, ma quotidiane come il giardinaggio, la cucina, la scultura e la pittura.

Il quesito cui si trovavano a dover rispondere i pedagogisti e gli educatori tra Ottocento e Novecento riguardava la modalità di educazione, che doveva essere effettuata tra la fine delle scuole primarie e i vent’anni. Kerschensteiner rispose sostenendo l’importanza dell’insegnamento della professione, che deve avvenire già nella scuola. La scuola deve essere un ambiente in cui i ragazzi vanno con gioia e consentire attività che siano belle, come il lavoro. Egli usa l’esempio del bambino che è felice quando aiuta il padre a scaricare la legna, ma che non è gioioso quando va a scuola: occorre dunque rendere la scuola bella e gioiosa come il lavoro. Nel dare una definizione di educazione Kerschensteiner prevede una formazione non solo personale, ma anche sociale che debba avvenire tramite gli influssi della cultura, che lo renda capace di partecipare alla società. Conclusi gli anni della scuola dell’obbligo, il tedesco propone una formazione di tipo professionale che deve avvenire prima del servizio militare e che era considerata nella società bismarkiana come il primo passo della formazione dell’individuo. Fondamentale per Kerschensteiner era che i giovani venissero, in questo modo, tenuti lontani dagli influssi del socialismo che egli considerava come un pericolo.

Il lavoro è inoltre strettamente connesso con il concetto di educazione civica, da lui elaborato per indicare “l’educazione per eccellenza che racchiude tutte le finalità dell’educazione umana”. L’educazione civica si deve attuare nei momenti di vita scolastica, per insegnare agli alunni che nella vita sociale sono necessarie le stesse virtù (senso di responsabilità, lealtà, dedizione…) che si imparavano nella scuola.

In che senso il lavoro può diventare educativo?

Per diventare educativo un lavoro deve essere posto in una prospettiva diversa da quella a cui si è soliti fare riferimento: non è solo finalizzato, dunque, ad un bisogno economico o di carriera, ma piuttosto deve essere visto in un contesto dove la nostra attività lavorativa ha ripercussioni positive sulla società in cui viviamo. Per ottenere questo risultato è necessaria la formazione, che non deve essere solo scolastica ma che deve sapersi rapportare con il mondo esterno alle mura della scuola e collegare gli ambiti scolastici con quelli lavorativi.

Quali sono gli elementi comuni e quali le differenze tra lavoro manuale e lavoro intellettuale?

Ci sono due tipologie di lavoro: quello manuale e quello intellettuale. Il primo è spesso disprezzato dalla società, perché richiede sforzi e fatica, mentre il secondo viene esaltato perché considerato più comodo. Questa prima classificazione, superficiale, crea di per sé una discriminazione nei confronti del lavoro manuale, quando in realtà questo comporta comunque una conoscenza ed un’esperienza del lavoro maturata durante gli anni con conoscenze applicabili in tutti i campi. Il lavoro intellettuale, d’altra parte, è statico e poco creativo, inoltre deve sottostare a dogmi e regole. Entrambi devono sottostare a orari di lavoro, decisi solitamente da chi ha mansioni superiori.

Qual è il contributo della formazione alla cittadinanza nel più generale processo formativo dei giovani?

L’educazione alla cittadinanza si sviluppa non solo nei contesti scolastici, ma anche al di fuori per consentire ai giovani di acquisire le competenze necessarie ad esercitare i propri diritti e doveri e partecipare alla vita democratica. La formazione alla cittadinanza dura per tutta la vita, in quanto le conoscenza vanno aggiornate in base al contesto sociale in cui si vive, che cambia con il passare degli anni. Questo aspetto fa sì che l’educazione alla cittadinanza non possa essere concepita nelle scuole come una materia, ma deve coinvolgere più aspetti e diverse modalità di insegnamento: le scuole dovrebbero diventare istituzioni organizzate secondo i principi democratici, dove l’esperienza degli studenti e dei docenti sia coerente con i principi democratici.

Quale nesso intercorre fra educazione e democrazia?

L’educazione alla cittadinanza permette ai cittadini di poter partecipare in modo attivo, consapevole e critico alla vita democratica: per questo motivo la partecipazione dei cittadini è considerata una condizione fondamentale per lo sviluppo delle società di tipo democratico.

Chiara C.

Traccia svolta dai Tutor di Docsity collaborazione (1)

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