#Maturità

Tracce della prima prova e insegnamento della geografia: qualche incoerenza da parte del MIUR?

27 giugno 2016

Le tracce della prima prova sono ormai note a tutta l'umanità: il primo ostacolo degli scritti è stato ormai archiviato dagli studenti, anche perché è considerato il meno difficile da affrontare durante tutta l'odissea della maturità.

Oggi, però, ci teniamo a fare una riflessione su un argomento estremamente interessante, che si lega direttamente a quelli che sono stati i temi scelti dal MIUR durante questa prima prova: l'insegnamento della geografia nelle scuole secondarie di secondo grado.

Negli anni, infatti, il MIUR ha deciso di ridurre la presenza della geografia come materia delle superiori, arrivando addirittura ad abolire la geografia economica dal triennio degli Istituti Tecnici Commerciali ad indirizzo economico. Queste scelte, effettuate con criterio e con valutazioni a sostegno degli studenti, risultano quantomeno contraddittorie rispetto alle tracce proposte alla prima prova di quest'anno. Perché? La geografia era presente in ben tre delle tracce elaborate per i maturandi.

A evidenziarlo è stato il Gruppo Insegnanti di Geografia Autorganizzati (GIGA), il quale ha notato un'evidente presenza di argomenti "tratti" dai programmi di geografia economica. In particolare:

  • il saggio breve in ambito storico-politico (il più scelto dagli studenti italiani) era una riflessione sul valore del paesaggio del nostro Paese;
  • il saggio in ambito socio-economico era relativo al concetto di crescita, sviluppo e progresso sociale partendo da una domanda relativa al PIL;
  • il tema a carattere generale si basava sul significato di confini (naturali e non) con riferimento alla costruzione di confini, all'attraversamento e così via.

Per di più, anche la seconda prova del liceo linguistico consisteva nella comprensione di un testo sul calo demografico della popolazione in Europa e il bisogno di cambiare la situazione per sostenerne l'economia.

Qual è dunque il problema? Il fatto che questi argomenti, che poi sono davvero importanti perché forniscono quelle competenze che permettono ad ognuno di diventare un cittadino consapevole e dunque attivo nella vita sociale, vengano studiati durante il biennio. Quel periodo del ciclo scolastico non è, in effetti, il migliore per comprendere determinate questioni, fondamentalmente perché i ragazzi hanno in media 14-15 anni: anche gli adulti hanno problemi a capire davvero certi temi, figuriamoci degli studenti di quell'età!

L'invito rivolto al MIUR e la speranza che nutriamo in questo momento sono quelli di fare in modo che ci sia uniformità tra i programmi ministeriali e il percorso di studi degli studenti, con l'obiettivo da dare loro la possibilità di affrontare criticamente e consapevolmente le tematiche più ostiche.

Voi cosa ne pensate? Ritenete che certe materie, se studiate al biennio, vengano affrontate nel modo "sbagliato" e avrebbero bisogno di essere approfondite in seguito? Fateci sentire la vostra opinione, è importante!

PAGA CON

Ciao, benvenuto su ScuolaZoo! Come possiamo aiutarti?

ScuolaZoo