#Maturità

Sarà davvero il voto dell'esame a renderci maturi? - Diario di una maturanda

16 aprile 2015

Sono rimasti in pochi a combattere per il massimo dei voti e soprattutto per la tanto agognata lode, eppure qualcuno ci lavora dal terzo anno e da sempre studia come ogni maturando teoricamente dovrebbe fare. Purtroppo la delusione dovuta al voto finale è un fenomeno fin troppo diffuso, infatti chi per una prova scritta, chi per un professore esageratamente esigente ha visto il sogno del 100 andare in frantumi.

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Esiste realmente un modo per assicurarsi il tanto ambito voto? Mettendo già in conto sacrificio e motivazione (che spesso e volentieri la maggior parte di noi lascia sopra il cuscino) talvolta si rivela necessaria una certa furbizia e soprattutto la consapevolezza dei propri punti di forza. Effettivamente i candidati al 100 sono dei piccoli geni in ogni materia, ma ci sarà sempre quel particolare scintillio di eccellenza in una di queste. Il trucco sta nel rendersene conto prima dell’esame di Stato e trasformare quello scintillio in un bagliore accecante.

Il 2015 è stato definito l’anno dell’ansia, che non è altro se non la più grande nemica sia di chi teme la maturità, sia di chi spera di uscirne con la lode. Riguardo  quest’ultima, non bisogna dimenticare il premio che spetta di diritto a chi l’ottiene e che per molto (troppo) tempo è rimasto dell’ombra.

Ma quanto conta e conterà davvero il voto dell’esame di Stato nelle nostre vite? Sarà il 100 a definire chi siamo, a stabilire il nostro valore? Io dico di no. Io dico che quest’ultima prova non ha nulla a che vedere con le potenzialità degli studenti italiani. Un esempio può essere la seconda prova di matematica, nella quale i maturandi si trovano ad affrontare problemi e quesiti completamente assenti nei programmi di studio e inadatti alla propria preparazione. Il problema nasce nel momento in cui il voto dell’esame diventa determinante per l’università o un’eventuale graduatoria per uno stage. La soluzione è essere più furbi di loro utilizzando le stesse armi, agire in maniera inaspettata e dimostrare che non è un numero a segnare il nostro ingresso nella vita da adulti. The world belongs to you for a season” diceva Wilde, non dobbiamo permettere loro di sbarrarci la strada.

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