#Orientamento

Erasmus sì o no? Studenti contro professori!

1 ottobre 2015

Tutti abbiamo un sogno e tutti vogliamo realizzarlo. Noi ragazzi sogniamo di andare all'estero per conoscere e ammirare e interagire con le altre culture, con altri stili di vita, con altre abitudini e siamo anche bravi ad abituarci al cambiamento perché rapidi nell'apprendimento. Un modo facile per farlo è quello dell'Erasmus: un'opportunità di studiare e migliorare le lingue. Noi liceali scegliamo di intraprendere l'erasmus, andare all'estero a studiare e migliorare una lingua ma anche per conoscere le varie culture. Scegliamo gli Stati Uniti, il Brasile, il Canada, l'Inghilterra, la Spagna. Ci piace confrontarci con altri ragazzi, altri usi e costumi per capire e interagire con qualcosa di nuovo, di estremamente eccitante per noi. Ci piace esplorare.

Ecco questa è l'attitudine, il senso ultimo dell'essere adolescenti: essere curiosi, voler rischiare. Talvolta non siamo soli a volerlo, dalla nostra parte (stranamente) abbiamo i nostri genitori che sostengono questa nostra voglia di sapere e accettano con entusiasmo questa opportunità che ci fa andare fuori dal nostro Paese. Ma, come tutti i sogni che si rispettino, anche questi di noi ragazzi incontrano spesso degli ostacoli. In questo caso, parliamo dei tanti professori che, oltre a farci odiare la loro materia (premettiamo che ce ne sono altrettanti che ce la fanno amare), spesso non ci incoraggiano per niente a intraprendere strade innovative e meno "tradizionaliste". Molti si oppongono infatti a questa nuova avventura esplorativa che è l'erasmus.

erasmus

Motivo? Essi stessi sono poco formati a livello internazionale e a volte conoscono poco le lingue straniere: addirittura solo un professore su quattro dichiara di conoscere una lingua straniera a livello professionale. Questo ci fa capire che la formazione non deve essere solo a senso unico per noi ragazzi, ma anche i nostri insegnanti devono prendere atto dell'opportunità di intraprendere dei percorsi di aggiornamento a livello internazionale, anche con lo studio delle lingue straniere. Il nostro futuro magari comporterà un trasferimento in una città europea o in altre città internazionali, anche perché, già alle università, vengono stabilite le classifiche dei laureati che avranno gli stipendi più alti e, come si poteva immaginare, la maggior parte sono università straniere! Dobbiamo quindi essere pronti a saperci confrontare con le altre culture, usanze e stili di vita.

Chi vincerà questo duello del sapere?

Andrea Truglio

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