#Orientamento

Lauree umanistiche: servono davvero a qualcosa?

25 agosto 2015

Chi ha una tra le lauree umanistiche guadagnerà di meno e inizierà a lavorare dopo. Queste sono le conclusioni tratte da un rapporto del CEPS.

È in corso, negli ultimi giorni, un dibattito molto acceso tra sostenitori e detrattori delle lauree umanistiche. Il tutto è nato da un post apparso su “Il Fatto Quotidiano”, nel periodo di ferragosto, in cui il vicedirettore del giornale sosteneva che fosse pericoloso per il futuro dei ragazzi affrontare studi di tipo umanistico. È bastato davvero poco perché la miccia esplodesse e si generasse un dibattito sul web.

La domanda quindi è: le lauree umanistiche servono davvero a qualcosa? Secondo quanto stimato dallo studio del CEPS no. Anzi, esse arrecherebbero solo dei danni ai futuri laureati. Chi sceglie facoltà quali Filosofia, Lettere, Storia dell’Arte o Scienze Politiche, avrà maggiori probabilità di essere disoccupato e guadagnerà nettamente di meno rispetto a uno studente di Ingegneria, Fisica, Economia. Non viene risparmiata nemmeno l’Informatica, considerata come più redditizia delle materie umanistiche, ma meno delle tre scientifiche precedentemente citate.

lauree umanistiche

L’articolo procede rifacendosi, probabilmente, a uno studio del 2012, intitolato “Risk Aversion and Field of Study Choice: the Role of Individual Ability”, secondo il quale a scegliere le facoltà umanistiche sono quelle persone che vogliono rischiare di meno, perché hanno voti bassi o non si sentono competitivi.

La risposta, però, è arrivata a pochi giorni di distanza da Luca Fazzi, docente di Sociologia, sempre su “Il Fatto Quotidiano”. Secondo lui, infatti, viene sempre fatto un errore non indifferente quando si considerano gli studi in ambito umanistico. I detrattori, dati alla mano, attaccano dicendo che si resta più facilmente disoccupati, si guadagna meno e il futuro è meno roseo. Il professore cita, per rispondere, Martha Nussbaum, una filosofa liberale americana. Fare studi umanistici, infatti, avrebbe uno scopo più qualitativo, cioè quello di rendere gli studenti dei cittadini migliori.

Insomma, il dibattito è davvero molto acceso. Ma adesso chiediamo a voi, laureati, laureandi o liceali. Cosa ne pensate di queste dichiarazioni? Siete concordi con il rapporto CEPS o no? Fatecelo sapere.

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