#Orientamento

Università: più problemi che didattica. Mancano i fondi!

17 luglio 2015
Università. Il passo successivo agli studi liceali per moltissimi di noi. Ma, purtroppo, in Italia non è una scelta facilitata, anzi, viene pesantemente ostacolata. Si torna a parlare del sistema scolastico italiano, questa volta ponendo l’accento sull’università. Pochi giorni fa il Comitato nazionale degli studenti universitari ha presentato un rapporto che dipinge una situazione italiana abbastanza pietosa. Andiamo a scoprire perché. Partiamo dalle borse di studio. Come tutti voi saprete, per gli studenti provenienti da famiglie con un reddito basso è prevista una borsa di studio, totale o parziale, a copertura dei costi universitari. Ebbene, secondo le ultime statistiche i beneficiari nel Bel Paese sarebbero solo il 2,4%. Per permettervi di fare un confronto, in Germania la percentuale si attesta al 21%, in Francia al 18%, per poi passare alla Finlandia dove è il 58%, fino ad arrivare all’Olanda, con il 95%. problemi università Questo non perché gli studenti italiani siano, in media, meno meritevoli, ma perché da noi si è sviluppato il concetto paradossale dell' “idoneo ma non beneficiario”, che, in breve, significa che lo studente possiede tutti i requisiti per accedere alla borsa di studio, ma non gli viene concessa. Il motivo? I fondi statali stanziati sono ridicoli e non permettono una copertura totale. La maggior parte delle borse di studio sono, infatti, garantite dalle tasse universitarie pagate dagli altri studenti. Passiamo ora agli alloggi convenzionati. In moltissime università l’alloggio è garantito agli studenti fuori sede da un fondo statale, che coprirebbe parte o quasi tutte le spese per chi ne ha più bisogno. Il problema è che i posti disponibili sono circa 40mila, mentre il comitato ha calcolato che ne servirebbero almeno altri 100mila per poter garantire il servizio a tutti gli studenti che necessitano. Allo stesso tempo, anche il vitto rappresenta un problema. Le mense convenzionate stanno lentamente calando e quindi gli studenti devono sostenere spese non indifferenti per queste due voci. Secondo il parere dei passati governi, il tentativo di dividere il corso di laurea in 3+2 avrebbe dovuto ostacolare l’abbandono scolastico, garantendo a tutti gli studenti un titolo di studio triennale. Così non è stato, e a dirlo sono gli stessi studenti. L’abbandono si attesta ancora al 40%, mentre il 42% degli iscritti risulta fuori corso, impiegandoci circa 5,1 anni per conseguire la laurea triennale. Numeri paradossali. Non ci sono parole per commentare... le cifre parlano da sole. Spero seriamente che a breve venga fatta una riforma davvero funzionale del sistema scolastico, eliminando questi evidenti problemi.  

 
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