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Problemi di accento? Ecco come e quando usarlo

3 settembre 2018
Un ripasso sull’accento è sempre utile, soprattutto perché è davvero facile confonderlo con l'apostrofo. Di uso molto comune, in italiano le tipologie utilizzate sono tre: 1. Accento grave (indica suono aperto): è 2. Accento acuto (indica suono chiuso): perché 3. Accento circonflesso (indica contrazione): odÎ (= odii). L’accento di gran lunga più utilizzato all'interno della  lingua italiana è quello grave: si mette sulle vocali A, I, U e sulla O, quando queste sono aperte: città, finì, volò, tribù. L’accento acuto si mette sulla E quando è chiusa: perché, poiché. L’accento circonflesso, usato in passato e per uso poetico segnala contrazione: siate serî (serii). Normalmente nell'usare questa particella grammaticale diamo poco importanza alla direzione a cui deve tendere dando per scontato che non ci sia nessuna differenza tra grave e acuto. Cercate, quindi, di fare sempre attenzione a come scrivete l'accento, perché in questo caso la grafia connota anche una differenza di pronuncia. Per togliere ogni dubbio, in ogni caso, vi segnaliamo quelle parole che chiedono sempre questa particella grammaticale:
  • I giorni della settimana: lunedì, martedì, mercoledì ecc.
  • Le parole composte: perché, poiché, giacché
  • "Lì" e "Là " per distinguerli dagli articoli "Li" e "La"
  • Il “sì” quando indica affermazione: “sì, lo voglio!”
  • “Dà”, voce del verbo dare ma no quando è preposizione (Vado da Marco).
  • La terza persona singolare del verbo essere “è” chiede sempre l’accento.
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