Verbi: come distinguere i transitivi dagli intransitivi
I verbi sono l'argomento più complesso di tutta la grammatica italiana: tra tutte quelle regole ed eccezioni è difficile avere le idee chiare, perciò si rischia di fare confusione, o peggio, fare errori in un compito. Qui vi spiegheremo la differenza tra i due e come fare per distinguerli facilmente. Per finire poi faremo degli esempi così da essere sicuri di non sbagliare più.
Verbi transitivi e intransitivi: come distinguerli
La prima cosa da fare quando dovete distinguere i verbi tra transitivi e intransitivi è individuare il complemento oggetto. Questo elemento è fondamentale perché la sua presenza o assenza nella frase determinerà il tipo di verbo con cui avete a che fare. Ecco alcuni consigli pratici per non sbagliare:
- il verbo risponde alla domanda «chi?» o «che cosa?»? Se sì, allora è transitivo, se no è intransitivo
- occhio agli ausiliari: solitamente il verbo avere va con i verbi transitivi mentre il verbo essere va sempre con i verbi intransitivi
- se il verbo si può porre sia alla forma passiva che attiva allora è transitivo, se invece regge solo la forma attiva allora è intransitivo
Esempi per distinguere verbi transitivi da intransitivi
Alla luce dei consigli che vi abbiamo dato nel paragrafo precedente, ecco alcuni esempi:
- Mario mangia una mela (che cosa? Transitivo) / Elena parla con Francesco (non risponde alla domanda «chi?» quindi è intransitivo)
- Io ho letto un libro molto interessante (ausiliare avere, verbo transitivo) / Sofia è tornata da Parigi (ausiliare essere, verbo intransitiv0)
- Federico ascolta la musica - la musica è ascoltata da Federico (transitivo) / Marco sorride (forma solo attiva, verbo intransitivo)
Per apprfondire: