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Italia alfabetizzata, ma la metà non capisce ciò che legge

2 aprile 2013
Italia alfabetizzata, ma la metà non capisce ciò che leggePer noi italiani del terzo millennio l'analfabetismo sembra acqua passata, roba che si trova solo più sui libri di storia, almeno per quanto riguarda il nostro Paese, il cui tasso di alfabetizzazione tocca quasi quota 99%. Ma uno studio Ocse, denominato All, Adult Literacy and Life Skills, riporta alla luce una situazione ben diversa da quella che i numeri sembrano volerci dimostrare.

Un tempo con analfabeta si intendeva una persona non in grado di leggere e scrivere: oggi queste due abilità sono patrimonio della quasi totalità della popolazione, ma la metà di questa in verità non capisce ciò che legge. Un italiano su due legge un testo, ma non lo comprende e fatica ad estrapolarne le informazioni essenziali. Questo nuovo tipo di analfabetismo che va delineandosi è chiamato analfabetismo funzionale e descrive di fatto l'incapacità di servirsi efficacemente della lettura, della scrittura e del calcolo.
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L'analisi Ocse è articolata in tre fasi e ha preso come campione persone di età compresa tra i 16 e i 65 anni e provenienti da sette diverse Nazioni (oltre alla nostra, Bermuda, Messico, Norvegia, Canda, Svizzera, Usa). La prima fase consiste nel leggere il foglio illustrativo di un farmaco e cercare di assimilarne le istruzioni base, come il numero di giorni di assunzione. Il 5% degli italiani a cui è stato sottoposto il test non è stato in grado di farlo. La seconda prova ha come oggetto le istruzioni da seguire per la cura di una pianta ornamentale e queste appena il 50% è riuscito a comprenderle. L'ultimo livello, il quale ben il 33% non è riuscito a superare, richiede di apprendere le istruzioni per il montaggio di un sellino.

La fascia di popolazione più vulnerabile è, secondo gli studiosi, quella dei disoccupati di età compresa tra i 26 e i 35 anni, in quanto la fine degli studi senza una continuazione delle attività di apprendimento comporta un inibizione delle capacità mentali.

Ma la vera causa è, a parere quasi unanime, lo sviluppo della tecnologia e l'estrema facilità con cui le persone possono servirsene. Oggigiorno abbiamo libero accesso a una vastità di informazioni così ben riassunte da far sì che non ci sia più il bisogno di cercare, capire, analizzare, confrontare, sperimentare. Possiamo scaricare tutto e in fretta e non ci interessa più nemmeno calcolare a mente, con le sole nostre forze. La soluzione è sempre lì, a un solo click.

E voi che rapporto avete con la tecnologia? Cercate sempre di capire le cose con le vostre capacità o vi abbandonate senza scrupoli alla “saggezza” di Internet? Infine, che importanza date alla lettura e alla scrittura? Commentate, fateci sapere le vostre opinioni!

Riccardo Gemma & Simone Cioè
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