Amici più che semplici compagni: questa classe siamo noi!

Un’altra settimana sta per iniziare, ma oggi vorrei abbandonarmi con voi a pensieri molti più dolci del solito. Dopo Andrea annoiato, Andrea arrabbiato e Andrea malinconico, oggi vi presento una parte molto più tranquilla di me. Ebbene sì, altra settimana, altro strazio, ma questa volta affronto tutto con un sorriso, cercando di cogliere il meglio da ogni situazione e da ogni istante passato tra quei banchi. Perché? Perché l’anno prossimo non ci saranno più e non voglio avere rimpianti. Ma, soprattutto, mi sono accorto di qualcosa che ha modificato la mia prospettiva. 800 giorni circa. Ecco il tempo che ho passato con più di metà dei miei compagni di classe, fianco a fianco, affrontando gioie e tristezza, problemi e avendo discussioni. Eppure, ogni mattina, ci si saluta sempre con un sorriso sulle labbra, si è sempre pronti a ridere con chi ci sta vicino, indipendentemente da chi sia. E, anche se siamo persone diverse, come la stessa Elisa, nel suo diario, può confermare, riusciamo a sopravvivere. Anzi, non si tratta più di un semplice sopravvivere, si tratta proprio di uno stare bene insieme, di divertirsi insieme e di coinvolgimento, anche se a volte ci avviciniamo all’esaurimento. Te ne accorgi principalmente nei momenti di difficoltà. Se uno di noi affronta un problema, pur complesso e straziante che sia, ci si avvicina a lei, cercando di aiutarla, di sostenerla e di darle forza, ognuno a suo modo. Ed è questo che ci rende una vera classe, anzi, un vero gruppo di amici che, nonostante i vari problemi interni, è sempre disposto ad aiutarsi. Ma, soprattutto, quest’anno ho scoperto gente con cui non avevo mai parlato prima. Fino all’anno scorso avevo dei compagni che, se fossero stati presenti o assenti, non avrebbe fatto la benché minima differenza. Adesso, se manca uno di noi, me ne accorgo subito, anzi, ce ne accorgiamo subito, perché abbiamo raggiunto un equilibrio invidiabile dove quasi tutti sono coinvolti. Perché, in fin dei conti, su questa barca ci siamo tutti, meglio remare assieme e superare meglio le difficoltà che andare ognuno per la propria strada, rischiando di scontrarsi o di rallentare solo il passo.