#Maturità

Cinque anni di scuola ma non c'insegnano niente di attualità!

26 ottobre 2015
Maturità. Ciao ragazzi, sono Andrea. Come saprete ormai benissimo, mi piace aprire i miei articoli con un paio di parole che riassumano tutto quello che andrò a dire. In questo caso vorrei parlarvi di maturità, ma non nel classico senso in cui la uso. Quando parlo di Maturità, parlo di esame nel 99,9% dei casi. Ecco, questa è l’eccezione che conferma la regola. La riflessione di oggi parte da una frase detta dal mio professore di storia e filosofia. “Siete in quinta, la cultura va ben oltre la scuola”. A primo impatto potrebbe essere una normalissima frase detta da un professore tanto per dire. Eppure nasconde qualcosa di più profondo che, a mio parere, può cambiare la concezione che abbiamo di scuola. Cercherò di spiegarvelo. Attualità. Una parola che è estranea alla maggior parte delle nostre scuole. Si è così immersi nel programma e così ansiosi di portarlo a termine, che non si concede nemmeno mezzo minuto per parlare di quello che succede nel nostro mondo. Come ho già detto molte volte, la scuola dovrebbe servire come addestramento per il futuro, dovrebbe renderci competitivi ed insegnarci il pensiero critico. Ma, senza gli spunti di attualità su cui discutere, tutte queste nozioni restano troppo teoriche. Me ne sono accorto quando il prof ha citato un personaggio e mi sono accorto di non avere la minima idea di chi potesse essere. Insomma, era solo il Presidente di Israele. Comunque, la realizzazione è stata proprio questa. Cinque anni di scuola, migliaia di nozioni sui più disparati argomenti, tutto per riuscire ad affrontare con la dovuta criticità il mondo, per non prendere per vere tutte le notizie fornite dal web o dalla televisione. Ed è proprio questa la maturità di cui vi parlavo prima, la capacità di saper ragionare.

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