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Versione di Latino Maturità 2019: cosa sapere se l’autore è Plinio il Giovane

13 giugno 2019

Versione di Latino 2019: traccia su Plinio il Giovane

Se vi diciamo Plinio il Giovane a voi cosa viene in mente? Ai maturandi del liceo classico questo nome corrisponde a una data, ovvero il 20 giugno 2019 giorno della Seconda Prova degli Esami di Maturità 2019. Lo scrittore romano potrebbe essere una delle scelte del Miur che a partire da quest’anno introduce le tracce multidisciplinari e chiede agli studenti di dimostrare le loro capacità affrontando non solo la traduzione della versione di latino, ma anche il confronto tra la versione stessa e il testo di un autore greco tradotto. Avrai sicuramente studiato Plinio il Giovane durante gli anni del liceo, ma se temi di non ricordare tutto il necessario allora ecco per te la nostra guida che contiene tutte le informazioni su vita, opere, stile e consigli per tradurre questo autore.

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Seconda prova di Latino Maturità 2019: riassunto vita di Plinio il Giovane

Nato a Novum Comun, oggi Como, nel 61 o 62 d.C. da una facoltosa famiglia appartenente al rango equestre, Gaio Plinio Cecilio Secondo fu avvocato, scrittore e magistrato romano ed è passato alla storia con il nome di Plinio il Giovane.

Nel 70 d.C., dopo la morte del padre Lucio Cecilio, fu affidato allo zio materno Plinio il Vecchio da cui, dopo la morte sopraggiunta nel 73 d.C., ereditò i nomi Gaio e Plinio e poiché ancora minorenne fu preso sotto tutela dall’amico di famiglia e senatore romano, Verginio Rufo. Alla morte della madre nell’83 d.C., Plinio erediterà tutto il patrimonio di famiglia.

Iniziò i suoi studi a Como prima di trasferirsi con lo zio a Roma, dove fu allievo di Quintilliano, che lo educò a uno stile sobrio, e del retore greco Nice Sarcerdote che gli insegnò i segreti dell’eloquenza asiatica, mentre dal filosofo Musonio e dal maestro Epitteto imparò gli elementi della filosofia. Se all’età di quattordici annni Plinio compose la sua prima tragedia greca, a diciasette anni, nel 79 d.C., si trovava a Miseno quando la violenta eruzione del Vesuvio distrusse Ercolano e Pompei  e costò la vita allo zio che si era precipitato sui luoghi del disastro. In seguito Plinio il Giovane racconterà gli avvenimenti accaduti in quei giorni in due lettere destinate a Tacito.

Iniziò a esercitare la professione di avvocato all’età di diciannove anni e si rese protagonista d’importanti processi fino a ricoprire l’incarico pubblico di decemvir stlitibus iudicandis. Nell’81 d.C., durante il servizio militare, fu tribuno della III Legione gallica in Siria e qui fu allievo e amico dei due filosofi Eufrate e Artemidoro. Al termine del servizio militare fece rientro a Roma, non prima di una sosta obbligata nell’isola di Icaria, dove fu nominato sevir equitum romanorum e nell’89 d. C. affrontò tutti i passaggi del cursus  honorum, ricordate nell’epigrafe commemorativa delle Terme di Como.

Sotto l’impero di Domiziano, Plinio fu questore, entrò in Senato e fu anche tribuno della plebe, pretore e prefetto dell’erario militare, mentre nel 68 d.C. con Traiano fu nominato prefetto dell’erario di Saturno. Nel 100 d.C., ricoprì la carica di console, poi augure e curatore dell’alveolo del Tevere e delle rive delle cloache di Roma.

La sua carriera politica si concluse nel 111 d.C. con la nomina di governatore della provincia di Bitinia e Pongo e sembra che proprio in Bitinia morì nel 113 o 114 d.C.

Seconda prova di Latino Maturità 2019: opere più importanti di Plinio il Giovane

Plinio fu anche poeta, ma la sua collezione di liriche è andata persa ad eccezione di due frammenti recuperati fra le epistole. Sono due le opere di Plinio giunta fino a noi:

  • L’epistolario, ovvero una raccolta di 247 lettere dirette a 105 destinatari differenti e suddivise in nove libri, cui si aggiungono 122 lettere del carteggio tra Plinio e Traiano che vanno a formare il decimo libro. Le lettere sono state scritte fra il 96 e il 113 d.C.
  • Panegirico di Traiano, l’orazione che l’autore composta in onore di Traiano dopo essere stato eletto console nel 100 d.C.

Seconda prova di Latino Maturità 2019: stile di Plinio il Giovane

Nell’opera Panegirico di Traiano, lo stile di Plinio è ridondante, elegante, solenne e sublime con un linguaggio estremamente curato anche nei minimi particolari e il ricorso a metafore audaci. Nell’Epistolario invece lo stile è raffinato e coinciso, ricco di artefici letterari e figure retoriche ad eccezione dell’ultimo libro, dove il linguaggio ha un’impostazione burocratica e il lessico utilizzato è più tecnico-specialistico.

Seconda prova di Latino Maturità 2019: come tradurre Plinio il Giovane

Plinio il Giovane è l’autore scelto dal Miur per la Seconda Prova dell’Esame 2019? Ecco alcuni utili consigli per rendere più semplice il lavoro di analisi e traduzione.

  • Leggi il brano più volte. Il primo trucco è leggere almeno tre volte il testo della versione per cercare di estrapolare il maggior numero di informazioni possibile e prendere appunti su quello che non ricordi. Non dimenticarti di leggere con attenzione anche a titolo, didascalie e note che possono contenere elementi utili.
  • Analizza un periodo alla volta. Dividi il brano in periodo e poi in frasi e sottolinea le parole che non conosci e che dovrai tradurre con l’aiuto del vocabolario.
  • I verbi. Per ogni proposizione individua i verbi prestando attenzione al tempo e al modo e poi identifica il soggetto collegato e successivamente i complementi oggetto, quelli indiretti e  le proposizioni subordinate.
  • Usa il vocabolario e tieni presente lo stile. Consulta il vocabolario per tradurre le parole che non conosci e fai attenzione a scegliere il significato giusto. Per facilitare il lavoro di traduzione tieni sempre a mente lo stile dell’autore e le sue peculiarità e, ad esempio, ricordati che Plinio il Giovane utilizza le metafore e usa un linguaggio elegante e curato.
  • Tradurre non vuol dire manipolare. Prima di consegnare rileggi il testo e ricopia in bella copia la versione. Utilizza un italiano corretto sia dal punto di vista sintattico che linguistico e ricorda che non tradurre non vuol dire manipolare il testo, ma restare fedeli al brano e al pensiero dell’autore.
(Credits Immagini: Wikipedia)
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